Nel panorama globale l’area del Mediterraneo occupa una posizione nevralgica per la presenza di numerose culture e per l’intensità degli scambi tra esse avvenuti. Tale ambiente era contraddistinto da una maggiore frequenza e immediatezza dei rapporti, come conseguenza diretta di reti commerciali solide e dinamiche politiche particolarmente intense. Fin dal Medioevo, nonostante il continuo alternarsi di periodi di guerra e pace, una peculiarità degli scambi consisteva nel superamento delle barriere linguistiche e religiose. Le differenti culture del mondo cristiano e islamico che vi si affacciavano avevano la possibilità di conoscersi e confrontarsi in svariati ambiti, dall’agricoltura al commercio, dalla produzione artigianale a quella artistica. L’architettura fu uno dei principali campi in cui gli scambi mediterranei ebbero un ruolo fondamentale. Dai primi bagliori della cultura umanistica la posizione centrale dell’Italia in campo architettonico fu costantemente confermata e consolidata, giungendo all’apice con l’avvento del Barocco. Il Seicento italiano, caratterizzato da una capacità straordinaria di coinvolgere lo sguardo e i sensi del visitatore, ampliò la sua area di influenza, superando ben presto le frontiere nazionali. Le forme del Seicento italiano furono assorbite non soltanto dalle culture confinanti come quelle della Francia, della Croazia o dell’arcipelago maltese, ma raggiunsero anche contesti ben più lontani come la Spagna, il Portogallo, la Turchia e l’Egitto. Al di là di Roma, esse fecero apparire in pochi decenni una rete straordinaria di nuovi centri come Venezia, Milano, Torino, Napoli, Lecce, la Sicilia e così via. Ognuno di questi centri assunse fin da subito un carattere distintivo e peculiare. Così fu anche per la rete di nuovi centri che si venne a creare attorno al bacino mediterraneo, in costante contatto sia con le città italiane sia tra di loro. Nel Settecento la mappa del Mediterraneo presentava ormai numerosissimi poli con un fitto traffico di persone, idee, forme e tecniche. Il convegno si pone l’obiettivo di indagare la circolazione, la diffusione e l’assimilazione delle novità architettoniche dei secoli XVII e XVIII, ponendo al centro dell’attenzione i rapporti con l’Italia e ampliando lo sguardo su tutto il Mediterraneo. Tale convegno è frutto di un progetto di ricerca condotto da Alper Metin e Rossana Ravesi sulla presenza delle maestranze italiane nell’Impero ottomano e nella Spagna dei medesimi secoli. Il presupposto è la circolazione di tutte le componenti che configurano la cultura architettonica e ne determinano le dinamiche sociali.

Conoscere, Interpretare, Diffondere: La circolazione nella cultura architettonica mediterranea tra XVII e XVIII secolo Knowledge, Interpretation and Dissemination: Circulations in Mediterranean Architectural Culture between XVII and XVIII centuries / Metin, Alper; Ravesi, Rossana. - (2021). (Intervento presentato al convegno Knowledge, Interpretation and Dissemination: Circulations in Mediterranean Architectural Culture between XVII and XVIII centuries tenutosi a Roma - web (Google Meet) nel 15/09/2021-16/09/2021).

Conoscere, Interpretare, Diffondere: La circolazione nella cultura architettonica mediterranea tra XVII e XVIII secolo Knowledge, Interpretation and Dissemination: Circulations in Mediterranean Architectural Culture between XVII and XVIII centuries

METIN, ALPER
Co-primo
;
RAVESI, ROSSANA
Co-primo
2021

Abstract

Nel panorama globale l’area del Mediterraneo occupa una posizione nevralgica per la presenza di numerose culture e per l’intensità degli scambi tra esse avvenuti. Tale ambiente era contraddistinto da una maggiore frequenza e immediatezza dei rapporti, come conseguenza diretta di reti commerciali solide e dinamiche politiche particolarmente intense. Fin dal Medioevo, nonostante il continuo alternarsi di periodi di guerra e pace, una peculiarità degli scambi consisteva nel superamento delle barriere linguistiche e religiose. Le differenti culture del mondo cristiano e islamico che vi si affacciavano avevano la possibilità di conoscersi e confrontarsi in svariati ambiti, dall’agricoltura al commercio, dalla produzione artigianale a quella artistica. L’architettura fu uno dei principali campi in cui gli scambi mediterranei ebbero un ruolo fondamentale. Dai primi bagliori della cultura umanistica la posizione centrale dell’Italia in campo architettonico fu costantemente confermata e consolidata, giungendo all’apice con l’avvento del Barocco. Il Seicento italiano, caratterizzato da una capacità straordinaria di coinvolgere lo sguardo e i sensi del visitatore, ampliò la sua area di influenza, superando ben presto le frontiere nazionali. Le forme del Seicento italiano furono assorbite non soltanto dalle culture confinanti come quelle della Francia, della Croazia o dell’arcipelago maltese, ma raggiunsero anche contesti ben più lontani come la Spagna, il Portogallo, la Turchia e l’Egitto. Al di là di Roma, esse fecero apparire in pochi decenni una rete straordinaria di nuovi centri come Venezia, Milano, Torino, Napoli, Lecce, la Sicilia e così via. Ognuno di questi centri assunse fin da subito un carattere distintivo e peculiare. Così fu anche per la rete di nuovi centri che si venne a creare attorno al bacino mediterraneo, in costante contatto sia con le città italiane sia tra di loro. Nel Settecento la mappa del Mediterraneo presentava ormai numerosissimi poli con un fitto traffico di persone, idee, forme e tecniche. Il convegno si pone l’obiettivo di indagare la circolazione, la diffusione e l’assimilazione delle novità architettoniche dei secoli XVII e XVIII, ponendo al centro dell’attenzione i rapporti con l’Italia e ampliando lo sguardo su tutto il Mediterraneo. Tale convegno è frutto di un progetto di ricerca condotto da Alper Metin e Rossana Ravesi sulla presenza delle maestranze italiane nell’Impero ottomano e nella Spagna dei medesimi secoli. Il presupposto è la circolazione di tutte le componenti che configurano la cultura architettonica e ne determinano le dinamiche sociali.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1574597
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