La Fondazione Bellonci ha effettuato, con il sostegno della FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori); una ricerca sulle letture effettuate dai frequentatori delle biblioteche italiane. Dopo una panoramica sui dati della lettura e sull’uso delle biblioteche, la ricerca elabora i dati di oltre 30 milioni di prestiti effettuati nel triennio 2018-2020 dalle biblioteche pubbliche di base, analizzando i gusti del pubblico e fornendo uno spaccato per generi letterari, per titoli e autori preferiti, anche con riferimento alle diverse aree territoriali del Paese. Sui dieci autori più prestati si concentra circa un quarto delle richieste complessive, con una leggera preferenza per gli autori italiani: Elena Ferrante, con oltre 60.000 prestiti, è in cima alla classifica degli autori più gettonati. Gli orientamenti che emergono sono in gran parte simili ai comportamenti d’acquisto nelle librerie. Più della metà dei libri presi in prestito nelle biblioteche sono stati pubblicati dai grandi gruppi editoriali, che quindi occupano una posizione grosso modo paragonabile alla quota di mercato registrata nei diversi canali di vendita. Ma in alcune realtà territoriali le biblioteche svolgono un importante lavoro a sostegno dell’editoria indipendente e delle imprese locali, contribuendo alla bibliodiversità (interessanti le scelte delle civiche torinesi e romane o quelle delle biblioteche sarde), a volte allontanandosi in modo significativo dalle scelte mainstream: si nota una maggiore attenzione per i titoli “di nicchia” nelle biblioteche in cui operano circoli di lettura, come nella rete della provincia di Mantova (in questa realtà Mondadori, il principale editore italiano, pesa solo il 9%). Tre prestiti su quattro riguardano libri di narrativa per adulti, con una predilezione per il romanzo giallo; alcuni fenomeni editoriali (saghe, romanzi seriali, quadrilogie e trilogie) riscuotono molto successo, ma esauriscono rapidamente l’impatto nel giro di un anno o due; cresce l’interesse per i libri a carattere biografico e autobiografico, per la fiction a sfondo storico e il romanzo d’avventura. Il genere “rosa” attecchisce molto di più nelle realtà provinciali rispetto alle aree metropolitane. Interessanti ma facilmente comprensibili alcuni fenomeni “locali”, come le molte letture dei libri di Andrea Vitali in Lombardia, Mario Rigoni Stern in Veneto, Michela Murgia in Sardegna, o Francesco Guccini nelle biblioteche bolognesi; viceversa, Maurizio De Giovanni, pur ambientando a Napoli tutti i suoi libri, è accolto bene nell’intero bacino bibliotecario nazionale, anche perché favorito dal traino delle fiction televisive ricavate dalle sue opere. Accanto alle novità, un posto di rilievo spetta anche a titoli pubblicati da oltre dieci anni, come alcuni libri di Ammaniti, e ai classici del Novecento (Pirandello, Calvino, Levi e altri). Nel 2020 si è assistito, come era prevedibile, a un notevole sviluppo del servizio si prestito degli e-book, con una crescita rispetto al 2019 dell’89% in termini di utenti, del 50% come numero di titoli andati in prestito e del 104% come numero di prestiti: la transizione al digitale ha acuito la forte disomogeneità a livello territoriale che caratterizza le biblioteche italiane (a fronte di quasi 600.000 prestiti effettuati nella sola Lombardia, tutte le regioni meridionali messe insieme ne hanno erogati solo 30.000). Emerge a questo proposito un fenomeno particolare: con la possibilità di consentire a più utenti di scaricare simultaneamente lo stesso titolo, si determina una certa polarizzazione su un numero più ridotto di titoli (nel 2018-19 i cento libri cartacei più prestati totalizzavano al massimo il 4% del totale dei prestiti, mentre nel 2020 i cento e-book più frequentemente richiesti equivalgono quasi al 10% del totale). Di positivo c’è una più forte reattività e una maggiore capacità delle biblioteche di intercettare i gusti correnti del pubblico, ma sul versante opposto va notato il rischio che le biblioteche vedano affievolirsi una loro peculiarità e finiscano con l’omologarsi, perdendo la loro presunta diversità. In definitiva, possiamo prevedere che in futuro, con il consolidarsi della lettura in streaming, i comportamenti degli utenti delle biblioteche molto probabilmente somiglieranno sempre di più a quelli dei frequentatori delle librerie. Questo cambiamento non sarà probabilmente il risultato di una trasformazione nei gusti degli utenti, ma di una diversa offerta da parte delle biblioteche, più attente alle novità.

Leggere in biblioteca / Solimine, G.. - (2021).

Leggere in biblioteca

SOLIMINE G.
2021

Abstract

La Fondazione Bellonci ha effettuato, con il sostegno della FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori); una ricerca sulle letture effettuate dai frequentatori delle biblioteche italiane. Dopo una panoramica sui dati della lettura e sull’uso delle biblioteche, la ricerca elabora i dati di oltre 30 milioni di prestiti effettuati nel triennio 2018-2020 dalle biblioteche pubbliche di base, analizzando i gusti del pubblico e fornendo uno spaccato per generi letterari, per titoli e autori preferiti, anche con riferimento alle diverse aree territoriali del Paese. Sui dieci autori più prestati si concentra circa un quarto delle richieste complessive, con una leggera preferenza per gli autori italiani: Elena Ferrante, con oltre 60.000 prestiti, è in cima alla classifica degli autori più gettonati. Gli orientamenti che emergono sono in gran parte simili ai comportamenti d’acquisto nelle librerie. Più della metà dei libri presi in prestito nelle biblioteche sono stati pubblicati dai grandi gruppi editoriali, che quindi occupano una posizione grosso modo paragonabile alla quota di mercato registrata nei diversi canali di vendita. Ma in alcune realtà territoriali le biblioteche svolgono un importante lavoro a sostegno dell’editoria indipendente e delle imprese locali, contribuendo alla bibliodiversità (interessanti le scelte delle civiche torinesi e romane o quelle delle biblioteche sarde), a volte allontanandosi in modo significativo dalle scelte mainstream: si nota una maggiore attenzione per i titoli “di nicchia” nelle biblioteche in cui operano circoli di lettura, come nella rete della provincia di Mantova (in questa realtà Mondadori, il principale editore italiano, pesa solo il 9%). Tre prestiti su quattro riguardano libri di narrativa per adulti, con una predilezione per il romanzo giallo; alcuni fenomeni editoriali (saghe, romanzi seriali, quadrilogie e trilogie) riscuotono molto successo, ma esauriscono rapidamente l’impatto nel giro di un anno o due; cresce l’interesse per i libri a carattere biografico e autobiografico, per la fiction a sfondo storico e il romanzo d’avventura. Il genere “rosa” attecchisce molto di più nelle realtà provinciali rispetto alle aree metropolitane. Interessanti ma facilmente comprensibili alcuni fenomeni “locali”, come le molte letture dei libri di Andrea Vitali in Lombardia, Mario Rigoni Stern in Veneto, Michela Murgia in Sardegna, o Francesco Guccini nelle biblioteche bolognesi; viceversa, Maurizio De Giovanni, pur ambientando a Napoli tutti i suoi libri, è accolto bene nell’intero bacino bibliotecario nazionale, anche perché favorito dal traino delle fiction televisive ricavate dalle sue opere. Accanto alle novità, un posto di rilievo spetta anche a titoli pubblicati da oltre dieci anni, come alcuni libri di Ammaniti, e ai classici del Novecento (Pirandello, Calvino, Levi e altri). Nel 2020 si è assistito, come era prevedibile, a un notevole sviluppo del servizio si prestito degli e-book, con una crescita rispetto al 2019 dell’89% in termini di utenti, del 50% come numero di titoli andati in prestito e del 104% come numero di prestiti: la transizione al digitale ha acuito la forte disomogeneità a livello territoriale che caratterizza le biblioteche italiane (a fronte di quasi 600.000 prestiti effettuati nella sola Lombardia, tutte le regioni meridionali messe insieme ne hanno erogati solo 30.000). Emerge a questo proposito un fenomeno particolare: con la possibilità di consentire a più utenti di scaricare simultaneamente lo stesso titolo, si determina una certa polarizzazione su un numero più ridotto di titoli (nel 2018-19 i cento libri cartacei più prestati totalizzavano al massimo il 4% del totale dei prestiti, mentre nel 2020 i cento e-book più frequentemente richiesti equivalgono quasi al 10% del totale). Di positivo c’è una più forte reattività e una maggiore capacità delle biblioteche di intercettare i gusti correnti del pubblico, ma sul versante opposto va notato il rischio che le biblioteche vedano affievolirsi una loro peculiarità e finiscano con l’omologarsi, perdendo la loro presunta diversità. In definitiva, possiamo prevedere che in futuro, con il consolidarsi della lettura in streaming, i comportamenti degli utenti delle biblioteche molto probabilmente somiglieranno sempre di più a quelli dei frequentatori delle librerie. Questo cambiamento non sarà probabilmente il risultato di una trasformazione nei gusti degli utenti, ma di una diversa offerta da parte delle biblioteche, più attente alle novità.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1561577
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