Il contributo offre una panoramica dell'evoluzione delle Scuole di design europee a dieci anni dal processo di Bologna, descrivendo brevemente gli obiettivi della riforma e soffermandosi in particolare sulle ricadute nell'ambito della formazione universitaria in disegno industriale che presenta una specificitàtrasversale in una dimensione multiculturale. Negli ultimi anni si è infatti verificata, in tutti i settori della produzione, una profonda trasformazione del modo di fare design con prodotti caratterizzati da tipologie e tecnologie inusitate e poco classificabili. Questa identità fluida degli artefatti data dalla contaminazione dei linguaggi e dall’impiego di materiali innovativi è il risultato di una cultura trasversale che appartiene ad una dimensione multiculturale. Il progetto si pone come sintesi di elementi anche molto differenziati relativi a tecniche, morfologie e comportamenti riferibili a processi creativi flessibili, afferenti ad ambiti peculiari. I prodotti della contemporaneità si basano su pratiche progettuali incentrate sulla disarticolazione delle sintassi e il riassemblaggio di elementi linguistici mutuati da vari campi del sapere. Gli esiti degli innesti morfologici e funzionali, agevolati dalla telematica, vengono definiti ibridi e talvolta portano a salti evolutivi. Questa peculiarità del progetto, che può essere considerato l’elemento di coesione di realtà formative diverse, si ravvisa nei risultati pubblicati sui siti delle Scuole, su riviste specializzate o in eventi di rilievo internazionale. Le Istituzioni europee di disegno industriale - identificate nei programmi Erasmus con il codice 03.5 ricompreso all’interno dell’area 03 Art and Design - pur nelle specificità culturali, presentano offerte formative caratterizzate da corsi dedicati al progetto; inteso nel suo significato più ampio come processo di attività correlate finalizzate a creare prodotti e in quello più stretto etimologico di “proiezione”. Un sistema complesso che recepisce imput diversi sintetizzandoli attraverso il maglio dell’innovazione in artefatti sempre più difficilmente catalogabili, che stanno tra arti e design, ma sono anche riferibili a molti altri campi del sapere.Una panoramica della formazione nell’area del design è difficile da tratteggiare, per il numero notevole di scuole presenti in tutta Europa e per la fluidità degli articolati ordinamentali. Per grandi linee si possono però individuare aree formative che convergono nelle modalità dell’organizzazione didattica e dell’approccio progettuale. Si tratta di Università, Istituti privati, Accademie, nelle quali le declinazioni del design (grafica, fashion, textile, product, multimedia, space design, interior, exhibit..) si coagulano intorno alla sperimentazione progettuale e all’innovazione tecnologica.La rivitalizzazione delle relazioni tra didattica e ricerca, l’internazionalizzazione e i programmi Erasmus hanno un ruolo fondamentale. Il fine è ampliare quella rete in progress dove, le scuole come “nodi” i docenti e gli studenti come “punti”, creino trame di progetti culturali sempre più complessi. I processi di globalizzazione che investono le Università sono quindi l’occasione per allargare le identità culturali con ibridazioni favorite dallo scambio e dalla condivisione di interessi e programmi.

Il progetto della formazione / DAL FALCO, Federica. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - STAMPA. - 42-43:(2010), pp. 44-51.

Il progetto della formazione

DAL FALCO, Federica
2010

Abstract

Il contributo offre una panoramica dell'evoluzione delle Scuole di design europee a dieci anni dal processo di Bologna, descrivendo brevemente gli obiettivi della riforma e soffermandosi in particolare sulle ricadute nell'ambito della formazione universitaria in disegno industriale che presenta una specificitàtrasversale in una dimensione multiculturale. Negli ultimi anni si è infatti verificata, in tutti i settori della produzione, una profonda trasformazione del modo di fare design con prodotti caratterizzati da tipologie e tecnologie inusitate e poco classificabili. Questa identità fluida degli artefatti data dalla contaminazione dei linguaggi e dall’impiego di materiali innovativi è il risultato di una cultura trasversale che appartiene ad una dimensione multiculturale. Il progetto si pone come sintesi di elementi anche molto differenziati relativi a tecniche, morfologie e comportamenti riferibili a processi creativi flessibili, afferenti ad ambiti peculiari. I prodotti della contemporaneità si basano su pratiche progettuali incentrate sulla disarticolazione delle sintassi e il riassemblaggio di elementi linguistici mutuati da vari campi del sapere. Gli esiti degli innesti morfologici e funzionali, agevolati dalla telematica, vengono definiti ibridi e talvolta portano a salti evolutivi. Questa peculiarità del progetto, che può essere considerato l’elemento di coesione di realtà formative diverse, si ravvisa nei risultati pubblicati sui siti delle Scuole, su riviste specializzate o in eventi di rilievo internazionale. Le Istituzioni europee di disegno industriale - identificate nei programmi Erasmus con il codice 03.5 ricompreso all’interno dell’area 03 Art and Design - pur nelle specificità culturali, presentano offerte formative caratterizzate da corsi dedicati al progetto; inteso nel suo significato più ampio come processo di attività correlate finalizzate a creare prodotti e in quello più stretto etimologico di “proiezione”. Un sistema complesso che recepisce imput diversi sintetizzandoli attraverso il maglio dell’innovazione in artefatti sempre più difficilmente catalogabili, che stanno tra arti e design, ma sono anche riferibili a molti altri campi del sapere.Una panoramica della formazione nell’area del design è difficile da tratteggiare, per il numero notevole di scuole presenti in tutta Europa e per la fluidità degli articolati ordinamentali. Per grandi linee si possono però individuare aree formative che convergono nelle modalità dell’organizzazione didattica e dell’approccio progettuale. Si tratta di Università, Istituti privati, Accademie, nelle quali le declinazioni del design (grafica, fashion, textile, product, multimedia, space design, interior, exhibit..) si coagulano intorno alla sperimentazione progettuale e all’innovazione tecnologica.La rivitalizzazione delle relazioni tra didattica e ricerca, l’internazionalizzazione e i programmi Erasmus hanno un ruolo fondamentale. Il fine è ampliare quella rete in progress dove, le scuole come “nodi” i docenti e gli studenti come “punti”, creino trame di progetti culturali sempre più complessi. I processi di globalizzazione che investono le Università sono quindi l’occasione per allargare le identità culturali con ibridazioni favorite dallo scambio e dalla condivisione di interessi e programmi.
2010
scuole di design internazionali; formazione universitaria; scuole di design; processo di bologna
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il progetto della formazione / DAL FALCO, Federica. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - STAMPA. - 42-43:(2010), pp. 44-51.
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