Il distacco dall’antichità è un processo che, iniziato nei secoli dell’umanesimo, si sancisce nella coscienza critica e storica nel corso del Settecento (nascita della Storia dell’arte e dell’Estetica con la distinzione filosofica introdotta da A. G. Baumgarten, 1714-62, tra conoscenza artistica, sensibile, e conoscenza scientifica, intellettiva; affermazione dell’autonomia del giudizio critico, introduzione di metodo e scienza nella ricerca storica, E. Kant, 1724-1804). Grazie al giudizio critico il presente comprende il passato e lo acquisisce come valore storico. Concorrono ad accelerare tale processo la riscoperta dei resti di intere città – Ercolano e Pompei, a partire dal secondo decennio del XVIII secolo – restituite dagli scavi quali fragranti e preziose tracce d’una civiltà assolutamente lontana nel tempo, la formazione di nuovi valori civili e sociali che si affermano con la rivoluzione francese (1789), nonché i diversi modi di produzione che si sperimentano attraverso la nuova organizzazione del lavoro. In particolare, dagli scavi riemergono strade, edifici, oggetti, esseri umani e animali - restituiti in impressionanti calchi - colti dall’evento distruttivo nella loro quotidianità, non più letti in continuità con la vita che si conduce nei vicini centri abitati. Fino ad allora i restauri erano stati prevalentemente fatti in sostanziale continuità con l’antichità, secondo due tendenze del fare architettura sulle preesistenze, da G. Miarelli Mariani chiamate “maniera del tempo” e “orientamento retrospettivo”. In concomitanza agli scavi archeologici la scienza filologica, che aveva ricevuto un forte impulso in campo storico-artistico dagli studi di J. J. Winckelmann (1717-68) sulla statuaria classica, trovò un’occasione feconda per approfondire la dottrina ed affinare la metodologia facendo del rispetto dell’autenticità materiale del testo un fondamento dell’archeologia e degli studi storici in generale. Il riconoscimento d’individualità monumentale per antichità e di oggettualità scientifica del reperto sono quel sintomo di modernità a cui farà riferimento Viollet-le-Duc, parlando del restauro come atto dovuto di conservazione del monumento. Al volgere del XVIII secolo, dunque, la conservazione delle opere del passato rappresenta un valore moderno e il restauro riceve l’investitura di azione di cultura storica, consapevole, ‘atto riflesso’ autonomo dalla ‘creazione’. Inizia da qui negli atti di restauro una lunga stagione di esperienze e di riflessione critica sugli esiti che di volta in volta si conseguono, derivanti da diversi presupposti, principi e criteri conservativi.

Maniera del tempo e orientamento retrospettivo. Dalle scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei ai restauri archeologici a Roma / Palmerio, Giancarlo. - STAMPA. - (2005), pp. 15-20.

Maniera del tempo e orientamento retrospettivo. Dalle scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei ai restauri archeologici a Roma.

PALMERIO, Giancarlo
2005

Abstract

Il distacco dall’antichità è un processo che, iniziato nei secoli dell’umanesimo, si sancisce nella coscienza critica e storica nel corso del Settecento (nascita della Storia dell’arte e dell’Estetica con la distinzione filosofica introdotta da A. G. Baumgarten, 1714-62, tra conoscenza artistica, sensibile, e conoscenza scientifica, intellettiva; affermazione dell’autonomia del giudizio critico, introduzione di metodo e scienza nella ricerca storica, E. Kant, 1724-1804). Grazie al giudizio critico il presente comprende il passato e lo acquisisce come valore storico. Concorrono ad accelerare tale processo la riscoperta dei resti di intere città – Ercolano e Pompei, a partire dal secondo decennio del XVIII secolo – restituite dagli scavi quali fragranti e preziose tracce d’una civiltà assolutamente lontana nel tempo, la formazione di nuovi valori civili e sociali che si affermano con la rivoluzione francese (1789), nonché i diversi modi di produzione che si sperimentano attraverso la nuova organizzazione del lavoro. In particolare, dagli scavi riemergono strade, edifici, oggetti, esseri umani e animali - restituiti in impressionanti calchi - colti dall’evento distruttivo nella loro quotidianità, non più letti in continuità con la vita che si conduce nei vicini centri abitati. Fino ad allora i restauri erano stati prevalentemente fatti in sostanziale continuità con l’antichità, secondo due tendenze del fare architettura sulle preesistenze, da G. Miarelli Mariani chiamate “maniera del tempo” e “orientamento retrospettivo”. In concomitanza agli scavi archeologici la scienza filologica, che aveva ricevuto un forte impulso in campo storico-artistico dagli studi di J. J. Winckelmann (1717-68) sulla statuaria classica, trovò un’occasione feconda per approfondire la dottrina ed affinare la metodologia facendo del rispetto dell’autenticità materiale del testo un fondamento dell’archeologia e degli studi storici in generale. Il riconoscimento d’individualità monumentale per antichità e di oggettualità scientifica del reperto sono quel sintomo di modernità a cui farà riferimento Viollet-le-Duc, parlando del restauro come atto dovuto di conservazione del monumento. Al volgere del XVIII secolo, dunque, la conservazione delle opere del passato rappresenta un valore moderno e il restauro riceve l’investitura di azione di cultura storica, consapevole, ‘atto riflesso’ autonomo dalla ‘creazione’. Inizia da qui negli atti di restauro una lunga stagione di esperienze e di riflessione critica sugli esiti che di volta in volta si conseguono, derivanti da diversi presupposti, principi e criteri conservativi.
2005
Appunti di restauro. Metodi e tecniche per l'architettura
9788876214899
storia del restauro architettonico; scoperte archeologiche; restauro archeologico
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Maniera del tempo e orientamento retrospettivo. Dalle scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei ai restauri archeologici a Roma / Palmerio, Giancarlo. - STAMPA. - (2005), pp. 15-20.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/153997
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact