Giorgio Agamben è uno dei più illustri e discussi filosofi contemporanei: stimato quanto aspramente criticato in ambito accademico, gode di una ricezione altrettanto controversa all’interno delle posizioni teoriche dei movimenti emersi sullo scenario politico dalla fine degli anni Novanta. Con il ventennale progetto filosofico Homo sacer (di cui è stata da poco pubblicata l’edizione integrale in Germania, Francia, Stati Uniti, Inghilterra, Spagna e Italia) si è impegnato in una minuziosa operazione di destituzione delle categorie ontologiche e politiche della tradizione occidentale, offrendo una cassetta degli attrezzi capaci di attentare ai consolidati confini disciplinari – si pensi a espressioni come nuda vita, eccezione, soglia, resto, inoperosità, gesto, che, dall’ambito della riflessione filosofica internazionale, sono ormai penetrate nel lessico delle scienze umane, ma anche dell’architettura e dell’arte. Al contempo, si potrebbe affermare che Giorgio Agamben sia lo pseudonimo di un mutevole personaggio concettuale, un epigono nel senso letterale di colui che si genera a partire da altri, autori e opere appartenenti alle epoche e agli ambiti più diversi; la sua scrittura si muove senza sosta tra presente e passato, dialogo e archeologia, politica e filologia, in un campo tensivo di cui traccia costellazioni originali. Sotto il titolo Il gesto che resta. Agamben contemporaneo, questo numero della rivista “Pólemos. Materiali di filosofia e critica sociale”, mira a promuovere una riflessione sul contributo dell’autore all’attuale dibattito filosofico e politico, inserendosi in una produzione scientifica che, in Italia, solo negli ultimi anni è stata protagonista di una crescita significativa. In particolare, vi si troverà un approfondimento e a una riflessione critica sulle nozioni attraverso le quali si formula la proposta filosofico-politica di Homo sacer, con speciale riguardo per quelle che ne vengono a delineare l’epilogo, quali inoperosità, potenza destituente, forma-di-vita, uso, gesto. Il sottotitolo Agamben contemporaneo invita, inoltre, a una riflessione sulle indagini archeologiche dell’autore intese, con l’assunto foucaultiano richiamato spesso nei suoi testi, quale «unica via di accesso al presente». Infine, l’insistenza sulla contemporaneità allude, da un lato, al dialogo di Agamben con altri pensatori dei secoli XX e XXI, dall’altro, alla ricezione della sua opera in autori che, innestandosi sulla sua impalcatura speculativa, ne hanno ripreso alcuni temi sviluppandoli in nuove direzioni.

Il gesto che resta. Agamben contemporaneo / Luzi, Flavio; Bonacci, Valeria. - In: POLEMOS. - ISSN 2281-9517. - (2020), pp. 1-349.

Il gesto che resta. Agamben contemporaneo

Flavio Luzi;
2020

Abstract

Giorgio Agamben è uno dei più illustri e discussi filosofi contemporanei: stimato quanto aspramente criticato in ambito accademico, gode di una ricezione altrettanto controversa all’interno delle posizioni teoriche dei movimenti emersi sullo scenario politico dalla fine degli anni Novanta. Con il ventennale progetto filosofico Homo sacer (di cui è stata da poco pubblicata l’edizione integrale in Germania, Francia, Stati Uniti, Inghilterra, Spagna e Italia) si è impegnato in una minuziosa operazione di destituzione delle categorie ontologiche e politiche della tradizione occidentale, offrendo una cassetta degli attrezzi capaci di attentare ai consolidati confini disciplinari – si pensi a espressioni come nuda vita, eccezione, soglia, resto, inoperosità, gesto, che, dall’ambito della riflessione filosofica internazionale, sono ormai penetrate nel lessico delle scienze umane, ma anche dell’architettura e dell’arte. Al contempo, si potrebbe affermare che Giorgio Agamben sia lo pseudonimo di un mutevole personaggio concettuale, un epigono nel senso letterale di colui che si genera a partire da altri, autori e opere appartenenti alle epoche e agli ambiti più diversi; la sua scrittura si muove senza sosta tra presente e passato, dialogo e archeologia, politica e filologia, in un campo tensivo di cui traccia costellazioni originali. Sotto il titolo Il gesto che resta. Agamben contemporaneo, questo numero della rivista “Pólemos. Materiali di filosofia e critica sociale”, mira a promuovere una riflessione sul contributo dell’autore all’attuale dibattito filosofico e politico, inserendosi in una produzione scientifica che, in Italia, solo negli ultimi anni è stata protagonista di una crescita significativa. In particolare, vi si troverà un approfondimento e a una riflessione critica sulle nozioni attraverso le quali si formula la proposta filosofico-politica di Homo sacer, con speciale riguardo per quelle che ne vengono a delineare l’epilogo, quali inoperosità, potenza destituente, forma-di-vita, uso, gesto. Il sottotitolo Agamben contemporaneo invita, inoltre, a una riflessione sulle indagini archeologiche dell’autore intese, con l’assunto foucaultiano richiamato spesso nei suoi testi, quale «unica via di accesso al presente». Infine, l’insistenza sulla contemporaneità allude, da un lato, al dialogo di Agamben con altri pensatori dei secoli XX e XXI, dall’altro, alla ricezione della sua opera in autori che, innestandosi sulla sua impalcatura speculativa, ne hanno ripreso alcuni temi sviluppandoli in nuove direzioni.
2020
Giorgio Agamben; gesto; resto; inoperosità; destituzione; voce; archeologia; uso; poesia; realizzazione
Luzi, Flavio; Bonacci, Valeria
06 Curatela::06a Curatela
Il gesto che resta. Agamben contemporaneo / Luzi, Flavio; Bonacci, Valeria. - In: POLEMOS. - ISSN 2281-9517. - (2020), pp. 1-349.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1531579
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact