La New Urban Agenda, adottata all’unanimità nel corso della conferenza Habitat III di Quito, del 2016, ripropone l’urgenza di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità già fissati nell’ambito della Conferenza di Parigi (COP 21) del 2015, di definire indirizzi e soluzioni per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici nelle città e sulle popolazioni urbane. Le città occupano solo il 2% della superficie del pianeta, ma concentrano il 50% di la popolazione mondiale (oltre i due terzi in Europa), consumano il 70% dell'energia mondiale e sono responsabili del 75% di emissioni di CO2. L’obiettivo “zero carbone” fissato per il 2050 impone un ripensamento dei modelli economici e urbani attuali, del ruolo e del valore svolto dall’ambiente e dalle componenti naturali nelle città. In questo quadro il ripensamento della mobilità, la diffusione della natura, la produzione di energia rinnovabile e la diffusione della cultura della sostenibilità e della partecipazione, come testimoniano i PAESC adottati da numerose capitali europee , costituiscono i principali indirizzi per guidare le inversioni di tendenza. I Piani per l’Energia il Clima e la Sostenibilità (PAES), richiesti alle città che intendono far parte del movimento dei sindaci, illustrano un impegno diffuso in tutta Europa, con una presenza importante delle piccole realtà urbane. Agli Energy Climate Plan si affiancano i Piani “Green” a sostegno della Biodiversità . Come previsto dalle regole del Covenant of Mayor, le strategie si completano con l’implementazione di azioni, a scala metropolitana, urbana e locale. Le emergenze ambientali e le risposte delineate dalle città come Barcellona, Parigi, Berlino, Copenhagen, per citarne solo alcune, configurano un nuovo quadro di riferimento multidisciplinare e multiscalare all’interno del quale si aprono scenari progettuali che dimostrano tutte le potenzialità sottese alle sfide in atto. Dai PAESC alle Nature Based Solution si configurano forme interpretative e progettuali per contrastare i rischi dovuti ai cambiamenti climatici, per accrescere la resilienza urbana, con un’attenzione particolare centrata sul benessere dei cittadini. In questo quadro la diffusione della natura, dalla regione verso la città, costituisce un indirizzo determinante: le infrastrutture verdi e blù, green infrastructure , possono mitigare gli effetti indotti dai cambiamenti climatici e nello stesso tempo costituire l’opportunità per un ripensamento dei rapporti tra spazi aperti e costruito in una logica progettuale e funzionale. All’interno di questo framework si inserisce il ruolo delle Ferrovie dello Stato Italiane, come attore strategico in grado di delineare visioni innovative e di esplorare e realizzare progetti pilota per guidare le città italiane verso la transizione ecologica. La Sapienza, ovvero la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale, attraverso il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale intende dare seguito all’Accordo Quadro tra delle Ferrovie dello Stato Italiane e Sapienza Università di Roma (2019) e definire un progetto quadro di ricerca da condividere con Ferrovie dello Stato Italiane – Innovazione. In linea con le strategie finalizzate a sostenere la transizione ecologica urbana, i temi condivisi riguardano: - La riduzione delle emissioni nocive (secondo quanto stabilito dagli accordi di Parigi- Cop21) prodotte dal funzionamento delle stazioni; - Il rispetto del principio di circolarità dei flussi (acqua, rifiuti, approvvigionamento, mobilità…), in particolare all’interno delle stazioni ferroviarie; - Il sostegno alla mobilità dolce attraverso progetti centrati sulle stazioni e sulle linee ferroviarie urbane; - La valorizzazione green degli hub ferroviari tramite l’inclusione di “servizi ecosistemici” ai servizi già attualmente in uso (prevalentemente commerciali) e la sperimentazione di nuove funzioni legate alla green economy; - L’incremento della biodiversità e l’uso prioritario di Nature Based Solutions; - L’incremento del patrimonio arboreo urbano con la finalità di accrescere il sequestro di CO2; la cattura potenziale delle polveri sottili (PM10 e PM 2,5); l’assorbimento potenziale di inquinanti gassosi; di migliorare il micro-clima urbano e incrementare il benessere dei cittadini sia a titolo di compensazione delle emissioni prodotte dalle stazioni, sia per collaborare al miglioramento della resilienza urbana; - Il miglioramento della fruizione della stazione e degli spazi circostanti; la costruzione di legami tra i luoghi della stazione e il quartiere di accoglienza; l’incremento del benessere dei viaggiatori e degli utenti e la qualificazione degli spazi indoor e outdoor. I temi sono sviluppati attraverso progetti innovativi che coinvolgano studenti-tesisti; studenti PhD; assegnisti di ricerca (assegni già finanziati o da finanziare) del DICEA e ricercatori FFSS in una logica di condivisione e scambio. Le sette direttrici convergono su un obiettivo comune: quello di cooperare alla rigenerazione della città, realizzando progetti prototipali e azioni ad “alta intensità di sostenibilità” all’interno di un processo condiviso con i cittadini, gli utenti e gli stakeholder. La metodologia prevede di lavorare a piccoli passi, supporre la possibilità di intervenire attraverso progetti-prototipi e usi temporanei, esplorando un’applicazione graduale del contenuto innovativo delle proposte, monitorando l’implementazione delle potenzialità ambientali, sociali e economiche e la soddisfazione degli utilizzatori. Il processo prefigurato può tradursi in uno strumento di meta-progettazione che fa della sperimentazione il momento di inizio della rigenerazione urbana che più possa adattarsi ai differenti contesti.

Accordo di collaborazione DICEA Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale Sapienza Università di Roma e Ferrovie dello Stato Innovazione / Fratini, Fabiola. - (2020).

Accordo di collaborazione DICEA Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale Sapienza Università di Roma e Ferrovie dello Stato Innovazione

Fabiola Fratini
Conceptualization
2020

Abstract

La New Urban Agenda, adottata all’unanimità nel corso della conferenza Habitat III di Quito, del 2016, ripropone l’urgenza di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità già fissati nell’ambito della Conferenza di Parigi (COP 21) del 2015, di definire indirizzi e soluzioni per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici nelle città e sulle popolazioni urbane. Le città occupano solo il 2% della superficie del pianeta, ma concentrano il 50% di la popolazione mondiale (oltre i due terzi in Europa), consumano il 70% dell'energia mondiale e sono responsabili del 75% di emissioni di CO2. L’obiettivo “zero carbone” fissato per il 2050 impone un ripensamento dei modelli economici e urbani attuali, del ruolo e del valore svolto dall’ambiente e dalle componenti naturali nelle città. In questo quadro il ripensamento della mobilità, la diffusione della natura, la produzione di energia rinnovabile e la diffusione della cultura della sostenibilità e della partecipazione, come testimoniano i PAESC adottati da numerose capitali europee , costituiscono i principali indirizzi per guidare le inversioni di tendenza. I Piani per l’Energia il Clima e la Sostenibilità (PAES), richiesti alle città che intendono far parte del movimento dei sindaci, illustrano un impegno diffuso in tutta Europa, con una presenza importante delle piccole realtà urbane. Agli Energy Climate Plan si affiancano i Piani “Green” a sostegno della Biodiversità . Come previsto dalle regole del Covenant of Mayor, le strategie si completano con l’implementazione di azioni, a scala metropolitana, urbana e locale. Le emergenze ambientali e le risposte delineate dalle città come Barcellona, Parigi, Berlino, Copenhagen, per citarne solo alcune, configurano un nuovo quadro di riferimento multidisciplinare e multiscalare all’interno del quale si aprono scenari progettuali che dimostrano tutte le potenzialità sottese alle sfide in atto. Dai PAESC alle Nature Based Solution si configurano forme interpretative e progettuali per contrastare i rischi dovuti ai cambiamenti climatici, per accrescere la resilienza urbana, con un’attenzione particolare centrata sul benessere dei cittadini. In questo quadro la diffusione della natura, dalla regione verso la città, costituisce un indirizzo determinante: le infrastrutture verdi e blù, green infrastructure , possono mitigare gli effetti indotti dai cambiamenti climatici e nello stesso tempo costituire l’opportunità per un ripensamento dei rapporti tra spazi aperti e costruito in una logica progettuale e funzionale. All’interno di questo framework si inserisce il ruolo delle Ferrovie dello Stato Italiane, come attore strategico in grado di delineare visioni innovative e di esplorare e realizzare progetti pilota per guidare le città italiane verso la transizione ecologica. La Sapienza, ovvero la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale, attraverso il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale intende dare seguito all’Accordo Quadro tra delle Ferrovie dello Stato Italiane e Sapienza Università di Roma (2019) e definire un progetto quadro di ricerca da condividere con Ferrovie dello Stato Italiane – Innovazione. In linea con le strategie finalizzate a sostenere la transizione ecologica urbana, i temi condivisi riguardano: - La riduzione delle emissioni nocive (secondo quanto stabilito dagli accordi di Parigi- Cop21) prodotte dal funzionamento delle stazioni; - Il rispetto del principio di circolarità dei flussi (acqua, rifiuti, approvvigionamento, mobilità…), in particolare all’interno delle stazioni ferroviarie; - Il sostegno alla mobilità dolce attraverso progetti centrati sulle stazioni e sulle linee ferroviarie urbane; - La valorizzazione green degli hub ferroviari tramite l’inclusione di “servizi ecosistemici” ai servizi già attualmente in uso (prevalentemente commerciali) e la sperimentazione di nuove funzioni legate alla green economy; - L’incremento della biodiversità e l’uso prioritario di Nature Based Solutions; - L’incremento del patrimonio arboreo urbano con la finalità di accrescere il sequestro di CO2; la cattura potenziale delle polveri sottili (PM10 e PM 2,5); l’assorbimento potenziale di inquinanti gassosi; di migliorare il micro-clima urbano e incrementare il benessere dei cittadini sia a titolo di compensazione delle emissioni prodotte dalle stazioni, sia per collaborare al miglioramento della resilienza urbana; - Il miglioramento della fruizione della stazione e degli spazi circostanti; la costruzione di legami tra i luoghi della stazione e il quartiere di accoglienza; l’incremento del benessere dei viaggiatori e degli utenti e la qualificazione degli spazi indoor e outdoor. I temi sono sviluppati attraverso progetti innovativi che coinvolgano studenti-tesisti; studenti PhD; assegnisti di ricerca (assegni già finanziati o da finanziare) del DICEA e ricercatori FFSS in una logica di condivisione e scambio. Le sette direttrici convergono su un obiettivo comune: quello di cooperare alla rigenerazione della città, realizzando progetti prototipali e azioni ad “alta intensità di sostenibilità” all’interno di un processo condiviso con i cittadini, gli utenti e gli stakeholder. La metodologia prevede di lavorare a piccoli passi, supporre la possibilità di intervenire attraverso progetti-prototipi e usi temporanei, esplorando un’applicazione graduale del contenuto innovativo delle proposte, monitorando l’implementazione delle potenzialità ambientali, sociali e economiche e la soddisfazione degli utilizzatori. Il processo prefigurato può tradursi in uno strumento di meta-progettazione che fa della sperimentazione il momento di inizio della rigenerazione urbana che più possa adattarsi ai differenti contesti.
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