The paper addresses the controversial issue of the sanction provided for the acts of violence committed by the daughter-in-law against her father-in-law and by the son against his father. The sources document how, in some particular cases, these offenses are not punished respectively by the father-in-law and the father in the exercise of the ius vitae ac necis, connected to patria potestas. In fact, there are two king’s laws, one dating back to the diarchy of Romulus and Titus Tatius and the other to the reign of the Etruscan king Servius Tullius, who punish such criminal conducts with the consecratio of the guilty to divi parentum, the dead and deified ancestors of each familia / gens. In addition, with regard to the puer law, consecratio capitis is subordinated to the ploratio, the invocation of parens verberatus. On the content and purpose of the two leges regiae, the doctrine has taken forward very different hypotheses, even going so far as to question their chronological succession as handed down to us by the ancient authors. The analysis of the socio-political context in which these norms were issued, which date back to very different periods, almost two centuries elapse between the two leges, allows to obtain new elements for a future overall reflection on the theme of the formation of the law of civitas and on the relations between the latter and the regulations of gentes.

Il contributo affronta il tema controverso della repressione degli atti di violenza commessi dalla nuora contro il suocero e dal figlio nei confronti del padre. Le fonti documentano come, in alcuni casi particolari, questi illeciti non siano puniti, rispettivamente dal suocero e dal padre, nell’esercizio dello ius vitae ac necis, connesso alla titolarità della patria potestas. Vi sono infatti due leggi regie, una risalente alla diarchia di Romolo e Tito Tazio e l’altra al regno del re etrusco Servio Tullio, che puniscono tali condotte criminose con la consacrazione del colpevole ai divi parentum, gli antenati morti e divinizzati delle singole familiae/gentes. Inoltre, almeno con riguardo alla norma sul puer, la consecratio capitis è subordinata alla ploratio, l’invocazione del parens verberatus. Sul contenuto e la finalità delle due leges regiae, la dottrina ha avanzato ipotesi molto diverse, arrivando persino a metterne in dubbio la successione cronologica, come tramandataci dagli autori antichi. L’analisi del contesto socio-politico in cui sono state emanate queste norme, che risalgono a epoche molto diverse tra di loro, tra l’una e l’altra intercorrono due secoli, consente di ricavare elementi nuovi per una futura riflessione complessiva sul tema della formazione del diritto della civitas e sui rapporti tra quest’ultimo e gli ordinamenti gentilizi.

Ordinamenti gentilizi e costituzione monarchica in Roma antica. Alcune considerazioni preliminari / Tassi, Elena. - In: RIVISTA ITALIANA PER LE SCIENZE GIURIDICHE. - ISSN 0390-6760. - 10:(2020), pp. 741-754.

Ordinamenti gentilizi e costituzione monarchica in Roma antica. Alcune considerazioni preliminari

Tassi, Elena
2020

Abstract

The paper addresses the controversial issue of the sanction provided for the acts of violence committed by the daughter-in-law against her father-in-law and by the son against his father. The sources document how, in some particular cases, these offenses are not punished respectively by the father-in-law and the father in the exercise of the ius vitae ac necis, connected to patria potestas. In fact, there are two king’s laws, one dating back to the diarchy of Romulus and Titus Tatius and the other to the reign of the Etruscan king Servius Tullius, who punish such criminal conducts with the consecratio of the guilty to divi parentum, the dead and deified ancestors of each familia / gens. In addition, with regard to the puer law, consecratio capitis is subordinated to the ploratio, the invocation of parens verberatus. On the content and purpose of the two leges regiae, the doctrine has taken forward very different hypotheses, even going so far as to question their chronological succession as handed down to us by the ancient authors. The analysis of the socio-political context in which these norms were issued, which date back to very different periods, almost two centuries elapse between the two leges, allows to obtain new elements for a future overall reflection on the theme of the formation of the law of civitas and on the relations between the latter and the regulations of gentes.
2020
Il contributo affronta il tema controverso della repressione degli atti di violenza commessi dalla nuora contro il suocero e dal figlio nei confronti del padre. Le fonti documentano come, in alcuni casi particolari, questi illeciti non siano puniti, rispettivamente dal suocero e dal padre, nell’esercizio dello ius vitae ac necis, connesso alla titolarità della patria potestas. Vi sono infatti due leggi regie, una risalente alla diarchia di Romolo e Tito Tazio e l’altra al regno del re etrusco Servio Tullio, che puniscono tali condotte criminose con la consacrazione del colpevole ai divi parentum, gli antenati morti e divinizzati delle singole familiae/gentes. Inoltre, almeno con riguardo alla norma sul puer, la consecratio capitis è subordinata alla ploratio, l’invocazione del parens verberatus. Sul contenuto e la finalità delle due leges regiae, la dottrina ha avanzato ipotesi molto diverse, arrivando persino a metterne in dubbio la successione cronologica, come tramandataci dagli autori antichi. L’analisi del contesto socio-politico in cui sono state emanate queste norme, che risalgono a epoche molto diverse tra di loro, tra l’una e l’altra intercorrono due secoli, consente di ricavare elementi nuovi per una futura riflessione complessiva sul tema della formazione del diritto della civitas e sui rapporti tra quest’ultimo e gli ordinamenti gentilizi.
Ordinamenti gentilizi; leggi regie; repressione criminale; consecratio capitis
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Ordinamenti gentilizi e costituzione monarchica in Roma antica. Alcune considerazioni preliminari / Tassi, Elena. - In: RIVISTA ITALIANA PER LE SCIENZE GIURIDICHE. - ISSN 0390-6760. - 10:(2020), pp. 741-754.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1452113
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