La Necropoli dell'antica Cirene cinge in ogni direzione l'abitato dell'odierna Shahat e si estende ordinata e incommensurabile per un raggio di circa 2 km, con più di 1400 tombe monumentali che riempiono i terrazzamenti degli uidian. Questa città dei morti racconta la storia di Cirene e dell'interazione tra l'elemento locale e la presenza greco-romana, ponendosi a testimonianza di una complessa cultura funeraria evolutasi per oltre un millennio. Il presente studio propone la Tomba S 147, un grande sepolcreto ipogeo ancora inedito ubicato nel lato più occidentale della Necropoli Sud che, per i numerosi elementi di interesse e novità, riveste una posizione di rilievo nel quadro dell'architettura funeraria cirenea. La complessità dell'impianto strutturale si configura come il risultato di modifiche ed ampliamenti e documenta una lunga continuità di utilizzo, da epoca ellenistica fino ad età tardo imperiale. Il gusto della cultura locale, che nei secoli raggiunse eccessi di ostentazione e competizione nell'architettura funeraria, è restituito dall'ampia facciata monumentale (oggi caduta) e dalla lunghissima camera ipogeica. Da essa si snodano i numerosi loculi ed ambienti funerari, provvisti di decorazioni architettoniche e parietali che recano cospicue tracce del colore originario. Una delle camere ospita anche quattro sarcofagi di IV sec. a.C., oggetti di importazione in chiara posizione di riutilizzo. Il dato più interessante è costituito dalle molteplici iscrizioni in lingua greca e latina che recano formule onomastiche e numerali, tracciate a carboncino con i colori rosso e nero e collocate nei luoghi più in vista del sepolcreto, per la maggior parte sulle pareti e sulle porte di accesso alle camere funerarie. Le variegate caratteristiche paleografiche e la sistemazione caotica delle iscrizioni all'interno dell'ipogeo, ne testimoniano le fasi di riutilizzo e si prestano a interessanti considerazioni sul grado d'istruzione, sulle capacità calligrafiche degli scriventi e sul dispendio economico profuso dai committenti. Dopo avere effettuato ricognizione, documentazione e planimetria, la sepoltura è stata ricoperta ed inserita nel GIS dell'Università di Chieti. Questo monumento funerario di indubbio valore, merita di essere studiato ed approfondito sul piano architettonico, decorativo ed epigrafico e attende di essere inserito e compreso nell'ambito del complesso panorama storico-culturale della Necropoli cirenea.

Una nuova testimonianza dalla Necropoli di Cirene. La Tomba dei Carboncini (S 147) / Cherstich, Luca; Cinalli, Angela; Lagatta, Debora. - (2014), pp. 1213-1217. (Intervento presentato al convegno XVIII Congreso nternational de arqueología clásica tenutosi a Mérida).

Una nuova testimonianza dalla Necropoli di Cirene. La Tomba dei Carboncini (S 147)

Cinalli, Angela;
2014

Abstract

La Necropoli dell'antica Cirene cinge in ogni direzione l'abitato dell'odierna Shahat e si estende ordinata e incommensurabile per un raggio di circa 2 km, con più di 1400 tombe monumentali che riempiono i terrazzamenti degli uidian. Questa città dei morti racconta la storia di Cirene e dell'interazione tra l'elemento locale e la presenza greco-romana, ponendosi a testimonianza di una complessa cultura funeraria evolutasi per oltre un millennio. Il presente studio propone la Tomba S 147, un grande sepolcreto ipogeo ancora inedito ubicato nel lato più occidentale della Necropoli Sud che, per i numerosi elementi di interesse e novità, riveste una posizione di rilievo nel quadro dell'architettura funeraria cirenea. La complessità dell'impianto strutturale si configura come il risultato di modifiche ed ampliamenti e documenta una lunga continuità di utilizzo, da epoca ellenistica fino ad età tardo imperiale. Il gusto della cultura locale, che nei secoli raggiunse eccessi di ostentazione e competizione nell'architettura funeraria, è restituito dall'ampia facciata monumentale (oggi caduta) e dalla lunghissima camera ipogeica. Da essa si snodano i numerosi loculi ed ambienti funerari, provvisti di decorazioni architettoniche e parietali che recano cospicue tracce del colore originario. Una delle camere ospita anche quattro sarcofagi di IV sec. a.C., oggetti di importazione in chiara posizione di riutilizzo. Il dato più interessante è costituito dalle molteplici iscrizioni in lingua greca e latina che recano formule onomastiche e numerali, tracciate a carboncino con i colori rosso e nero e collocate nei luoghi più in vista del sepolcreto, per la maggior parte sulle pareti e sulle porte di accesso alle camere funerarie. Le variegate caratteristiche paleografiche e la sistemazione caotica delle iscrizioni all'interno dell'ipogeo, ne testimoniano le fasi di riutilizzo e si prestano a interessanti considerazioni sul grado d'istruzione, sulle capacità calligrafiche degli scriventi e sul dispendio economico profuso dai committenti. Dopo avere effettuato ricognizione, documentazione e planimetria, la sepoltura è stata ricoperta ed inserita nel GIS dell'Università di Chieti. Questo monumento funerario di indubbio valore, merita di essere studiato ed approfondito sul piano architettonico, decorativo ed epigrafico e attende di essere inserito e compreso nell'ambito del complesso panorama storico-culturale della Necropoli cirenea.
2014
XVIII Congreso nternational de arqueología clásica
funerary archaeology and epigraphy; Ancient Cyrene; necropolis; painted inscriptions; Cyrenaean archaeology
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Una nuova testimonianza dalla Necropoli di Cirene. La Tomba dei Carboncini (S 147) / Cherstich, Luca; Cinalli, Angela; Lagatta, Debora. - (2014), pp. 1213-1217. (Intervento presentato al convegno XVIII Congreso nternational de arqueología clásica tenutosi a Mérida).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1449064
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