The present work is a collection of essays by authoritative Italian and foreign scholars that address the unpublished critical and historiographical path of the multiple interests of Giovanni Carbonara. The essays are divided into four sections: Theory, methods and general themes of History and Restoration of Architecture, collecting topics of theoretical reflection, but also method; History and representation of architecture and the city, with essays dealing with topics ranging from antiquity to the contemporary era; Restoration and the protection of monuments, a section in which develops together with themes of the history of restoration, more properly design aspects, alongside and beyond restoration, to extend the interest to the environmental context; training for restoration: international reflections and method experiences in which the multiple aspects of the discipline are investigated, with particular reference to teaching and operational practice.

La famiglia Vago, composta dagli architetti József (Nagyvárad, 1877-Salies de Béarn, 1947) e Pierre (Budapest, 1910-Noisy-sur-École, 2002), ha rappresentato nella storia dell’architettura del Novecento un riferimento culturale di grande interesse. Spesso padre e figlio si sono trovati coinvolti nei più significativi concorsi di progettazione, hanno partecipato agli eventi dell’architettura moderna e hanno avuto rapporti di collaborazione o di conflittualità con i maggiori interpreti del Novecento; tra questi: Ödön Lechner, Hermann Muthesius, Michel Roux-Spitz, Auguste Perret, Henri Sauvage, Mallet-Stevens e Le Corbusier (La Chaux-de-Fonds, 1887-Roquebrune-Cap-Martin, 1965). Ma è soprattutto con quest’ultimo che sia József sia Pierre si trovano spesso a condividere occasioni professionali e scambi d’idee, ma anche contraddizioni, contrasti e competizioni; è, infatti, con la partecipazione di József e Le Corbusier al concorso internazionale per la sede della Società delle Nazioni a Ginevra, nel 1926, che tra l’architetto magiaro e Le Corbusier s’innesca un’esasperante e infinita polemica. Ma anche Pierre Vago ha avuto modo di relazionarsi e scontrarsi più volte con Le Corbusier, sin dalla sua frequentazione nell’atelier di rue de Sèvres. Il giovane Vago avrà ben presto numerose occasioni per esprimere le sue idee sull’architettura e sulle opere dell’architetto svizzero, che non sempre condivide, sulla rivista “Architecture d’aujourd’hui” di cui è capo redattore. È proprio con la pubblicazione di alcuni numeri speciali della rivista su Auguste Perret (n. 7 del 1932) e su Le Corbusier e Pierre Jeanneret (n. 10 del 1933), che ha inizio la serie di monografie dedicate all’opera dei grandi maestri contemporanei. Dalla lettura del numero monografico dedicato a Le Corbusier e dell’autobiografia di Pierre Vago appare con chiarezza la stima e l’ammirazione per un grande maestro che, però, spesso si è lasciato andare a un’architettura di natura essenzialmente emotiva e poetica. Analizza, quindi, alcuni dei suoi progetti: la Cité du Refuge de l’Armée du Salut a Parigi, il padiglione svizzero nella città universitaria di Parigi, l’Unità di Abitazione di Marsiglia. Il giovane Pierre rimane affascinato anche dalle capacità organizzative e comunicative del grande maestro svizzero, dai suoi slogan, dalle sue formule; si tratta, però, di un atteggiamento ammirato ma certamente non di cieca e acritica approvazione. Le Corbusier nutre, però, atteggiamenti diversi nei confronti di Pierre, durante i loro numerosi incontri si mostra a volte cordiale, alcune volte accigliato, qualche volta sgradevole. È evidente che, dopo la controversia con József a proposito del concorso per la Società delle Nazioni, Le Corbusier manifesta un rancore riflesso per Pierre, purtroppo mai sopito nel tempo.

Le Corbusier e i rapporti professionali con la famiglia Vago / Turco, Maria Grazia. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - volume I:N. S., Numero Speciale 2019(2020), pp. 659-664.

Le Corbusier e i rapporti professionali con la famiglia Vago

Turco, Maria Grazia
2020

Abstract

The present work is a collection of essays by authoritative Italian and foreign scholars that address the unpublished critical and historiographical path of the multiple interests of Giovanni Carbonara. The essays are divided into four sections: Theory, methods and general themes of History and Restoration of Architecture, collecting topics of theoretical reflection, but also method; History and representation of architecture and the city, with essays dealing with topics ranging from antiquity to the contemporary era; Restoration and the protection of monuments, a section in which develops together with themes of the history of restoration, more properly design aspects, alongside and beyond restoration, to extend the interest to the environmental context; training for restoration: international reflections and method experiences in which the multiple aspects of the discipline are investigated, with particular reference to teaching and operational practice.
2020
La famiglia Vago, composta dagli architetti József (Nagyvárad, 1877-Salies de Béarn, 1947) e Pierre (Budapest, 1910-Noisy-sur-École, 2002), ha rappresentato nella storia dell’architettura del Novecento un riferimento culturale di grande interesse. Spesso padre e figlio si sono trovati coinvolti nei più significativi concorsi di progettazione, hanno partecipato agli eventi dell’architettura moderna e hanno avuto rapporti di collaborazione o di conflittualità con i maggiori interpreti del Novecento; tra questi: Ödön Lechner, Hermann Muthesius, Michel Roux-Spitz, Auguste Perret, Henri Sauvage, Mallet-Stevens e Le Corbusier (La Chaux-de-Fonds, 1887-Roquebrune-Cap-Martin, 1965). Ma è soprattutto con quest’ultimo che sia József sia Pierre si trovano spesso a condividere occasioni professionali e scambi d’idee, ma anche contraddizioni, contrasti e competizioni; è, infatti, con la partecipazione di József e Le Corbusier al concorso internazionale per la sede della Società delle Nazioni a Ginevra, nel 1926, che tra l’architetto magiaro e Le Corbusier s’innesca un’esasperante e infinita polemica. Ma anche Pierre Vago ha avuto modo di relazionarsi e scontrarsi più volte con Le Corbusier, sin dalla sua frequentazione nell’atelier di rue de Sèvres. Il giovane Vago avrà ben presto numerose occasioni per esprimere le sue idee sull’architettura e sulle opere dell’architetto svizzero, che non sempre condivide, sulla rivista “Architecture d’aujourd’hui” di cui è capo redattore. È proprio con la pubblicazione di alcuni numeri speciali della rivista su Auguste Perret (n. 7 del 1932) e su Le Corbusier e Pierre Jeanneret (n. 10 del 1933), che ha inizio la serie di monografie dedicate all’opera dei grandi maestri contemporanei. Dalla lettura del numero monografico dedicato a Le Corbusier e dell’autobiografia di Pierre Vago appare con chiarezza la stima e l’ammirazione per un grande maestro che, però, spesso si è lasciato andare a un’architettura di natura essenzialmente emotiva e poetica. Analizza, quindi, alcuni dei suoi progetti: la Cité du Refuge de l’Armée du Salut a Parigi, il padiglione svizzero nella città universitaria di Parigi, l’Unità di Abitazione di Marsiglia. Il giovane Pierre rimane affascinato anche dalle capacità organizzative e comunicative del grande maestro svizzero, dai suoi slogan, dalle sue formule; si tratta, però, di un atteggiamento ammirato ma certamente non di cieca e acritica approvazione. Le Corbusier nutre, però, atteggiamenti diversi nei confronti di Pierre, durante i loro numerosi incontri si mostra a volte cordiale, alcune volte accigliato, qualche volta sgradevole. È evidente che, dopo la controversia con József a proposito del concorso per la Società delle Nazioni, Le Corbusier manifesta un rancore riflesso per Pierre, purtroppo mai sopito nel tempo.
Le Corbusier; József Vágó; Pierre Vago; architettura del Novecento
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Le Corbusier e i rapporti professionali con la famiglia Vago / Turco, Maria Grazia. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - volume I:N. S., Numero Speciale 2019(2020), pp. 659-664.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1428328
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