Il progetto per il centro storico di San Gemini è stato sviluppato dal Dipartimento di Architettura e Progetto di Sapienza, Università di Roma, di cui coordinatore il prof. Fabrizio Toppetti, in collaborazione con il Comune di San Gemini . I risultati della ricerca sono stati acquisiti dal Comune come linee-guida strategiche per la valorizzazione della città antica, suggerendo la nuova perimetrazione del centro storico. Lo studio condotto si sviluppa a partire da una chiara lettura del concetto di patrimonio, inteso nel nostro caso come rete delle risorse antropiche e naturali di un territorio. Valorizzare oggi i centri minori, infatti, significa mettere in luce il grande potenziale che essi hanno nell’unità del paesaggio che li accoglie e che li conforma. Occorre distinguere la differente definizione del termine “paesaggio” tra i paesi nordeuropei e quelli mediterranei per comprendere a fondo lo stretto legame che nel nostro territorio si istaura tra opera della natura e opera dell’uomo. Landscape letteralmente significa “forma della terra”, mentre paesaggio deriva dal latino pagus cioè “villaggio”. In Italia questo appare ancor più evidente: il nostro paesaggio è da sempre l’immagine di un profondo “rapporto di solidarietà tra suolo e insediamento urbano” . Ciò detto, le mura, che costituiscono invece il landmark della città, divengono quella linea iconica, fisica e strutturale, su cui si fonda lo scambio tra lo spazio urbano e ciò che la circonda, su cui si attesta quella politica di reciprocità che nel Medioevo definisce il binomio città-campagna, oggi meglio definito come binomio città-territorio. Il masterplan di San Gemini nasce come il disegno di un paesaggio che trova la sua unità nell’asse strutturale portante dell’antico tracciato viario, quello della via Flaminia: il progetto di parco urbano, di cui semplice è la realizzazione poiché già leggibile nella conformazione territoriale e nel contesto naturale, mette in connessione il centro storico, la stazione e la dismessa area termale. Nello specifico, all’interno di questo itinerario a più vasta scala, l’ipotesi di un parco anulare che lambisce le mura antiche di San Gemini offre l’opportunità per una nuova identità della cittadina termale. Questo elemento anulare che configura l’assetto urbano del borgo storico, dettato dalla morfologia del territorio, diviene naturale strumento di congiunzione tra paesaggio e città. Proprio come una membrana cellulare, il limite verde del centro storico è spazio di filtro che delimita e parimenti raccorda. In tal senso, le mura della città storica si propagano fino al nuovo margine indicando un sistema di nuovi accessi alla città che si sommano alle antiche porte medievali.

Le nuove porte della città storica, gli ambiti strategici di intervento / Fiorelli, Angela. - (2018), pp. 72-83.

Le nuove porte della città storica, gli ambiti strategici di intervento

Angela Fiorelli
2018

Abstract

Il progetto per il centro storico di San Gemini è stato sviluppato dal Dipartimento di Architettura e Progetto di Sapienza, Università di Roma, di cui coordinatore il prof. Fabrizio Toppetti, in collaborazione con il Comune di San Gemini . I risultati della ricerca sono stati acquisiti dal Comune come linee-guida strategiche per la valorizzazione della città antica, suggerendo la nuova perimetrazione del centro storico. Lo studio condotto si sviluppa a partire da una chiara lettura del concetto di patrimonio, inteso nel nostro caso come rete delle risorse antropiche e naturali di un territorio. Valorizzare oggi i centri minori, infatti, significa mettere in luce il grande potenziale che essi hanno nell’unità del paesaggio che li accoglie e che li conforma. Occorre distinguere la differente definizione del termine “paesaggio” tra i paesi nordeuropei e quelli mediterranei per comprendere a fondo lo stretto legame che nel nostro territorio si istaura tra opera della natura e opera dell’uomo. Landscape letteralmente significa “forma della terra”, mentre paesaggio deriva dal latino pagus cioè “villaggio”. In Italia questo appare ancor più evidente: il nostro paesaggio è da sempre l’immagine di un profondo “rapporto di solidarietà tra suolo e insediamento urbano” . Ciò detto, le mura, che costituiscono invece il landmark della città, divengono quella linea iconica, fisica e strutturale, su cui si fonda lo scambio tra lo spazio urbano e ciò che la circonda, su cui si attesta quella politica di reciprocità che nel Medioevo definisce il binomio città-campagna, oggi meglio definito come binomio città-territorio. Il masterplan di San Gemini nasce come il disegno di un paesaggio che trova la sua unità nell’asse strutturale portante dell’antico tracciato viario, quello della via Flaminia: il progetto di parco urbano, di cui semplice è la realizzazione poiché già leggibile nella conformazione territoriale e nel contesto naturale, mette in connessione il centro storico, la stazione e la dismessa area termale. Nello specifico, all’interno di questo itinerario a più vasta scala, l’ipotesi di un parco anulare che lambisce le mura antiche di San Gemini offre l’opportunità per una nuova identità della cittadina termale. Questo elemento anulare che configura l’assetto urbano del borgo storico, dettato dalla morfologia del territorio, diviene naturale strumento di congiunzione tra paesaggio e città. Proprio come una membrana cellulare, il limite verde del centro storico è spazio di filtro che delimita e parimenti raccorda. In tal senso, le mura della città storica si propagano fino al nuovo margine indicando un sistema di nuovi accessi alla città che si sommano alle antiche porte medievali.
2018
Progettare i piccoli centri, Studi e ricerche per la rigenerazione del paesaggio storico di San Gemini
978-88-229-0201-6
centri storici minori, progetto contemporaneo, patrimonio paesaggistico, San Gemini
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le nuove porte della città storica, gli ambiti strategici di intervento / Fiorelli, Angela. - (2018), pp. 72-83.
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