In “Unemployment, growth and taxation in industrial countries", Francesco Daveri e Guido Tabellini sostengono la tesi seguente. A partire dalla seconda metà degli anni sessanta le tasse sul lavoro sono aumentate nella maggior parte delle economie industrializzate. Nei paesi caratterizzati da un mercato del lavoro concorrenziale tali aumenti non avrebbero avuto effetti di rilievo sul costo del lavoro. Nell'Europa continentale, al contrario, le organizzazioni sindacali avrebbero traslato sulle imprese gli aumenti della tassazione. Il conseguente incremento del costo del lavoro avrebbe provocato due effetti: da un lato, avrebbe ridotto la domanda di lavoro e determinato, quindi, l'aumento della disoccupazione; dall'altro, attraverso l’aumento del rapporto capitale/lavoro avrebbe ridotto il saggio di rendimento del fattore capitale, contenendo il livello degli investimenti e del prodotto. All’origine dell’aumento della disoccupazione e del rallentamento della crescita osservato in alcune delle principali economie europee, vi sarebbero perciò l’aumento delle tasse sul lavoro e il potere delle organizzazioni sindacali. Poiché, secondo gli autori, l’aumento delle tasse sul lavoro sarebbe stato a sua volta provocato soprattutto dalla generosità dei sistemi previdenziali pubblici, la principale indicazione di politica economica che essi fanno seguire alla loro analisi è l’opportunità di riformare in senso restrittivo i sistemi pensionistici europei: la diminuzione della spesa previdenziale permetterebbe di ridurre le aliquote contributive; la conseguente diminuzione del costo del lavoro provocherebbe, attraverso il meccanismo descritto in precedenza, una riduzione della disoccupazione, un aumento degli investimenti e del tasso di crescita del prodotto. La natura di questo lavoro è prettamente critica. Analizzeremo il modello proposto da Daveri e Tabellini, con particolare riferimento alla rappresentazione del mercato del lavoro, allo scopo di mettere in luce il carattere restrittivo delle ipotesi su cui esso si fonda e a cui deve perciò essere confinata, a nostro giudizio, la validità delle sue conclusioni.

Tassazione, previdenza e disoccupazione: alcune considerazioni su un contributo di Daveri e Tabellini / Imperia, Andrea. - In: ECONOMIA, IMPRESA E MERCATI FINANZIARI. - ISSN 1970-0911. - STAMPA. - 2:(2005), pp. 53-62.

Tassazione, previdenza e disoccupazione: alcune considerazioni su un contributo di Daveri e Tabellini

IMPERIA, Andrea
2005

Abstract

In “Unemployment, growth and taxation in industrial countries", Francesco Daveri e Guido Tabellini sostengono la tesi seguente. A partire dalla seconda metà degli anni sessanta le tasse sul lavoro sono aumentate nella maggior parte delle economie industrializzate. Nei paesi caratterizzati da un mercato del lavoro concorrenziale tali aumenti non avrebbero avuto effetti di rilievo sul costo del lavoro. Nell'Europa continentale, al contrario, le organizzazioni sindacali avrebbero traslato sulle imprese gli aumenti della tassazione. Il conseguente incremento del costo del lavoro avrebbe provocato due effetti: da un lato, avrebbe ridotto la domanda di lavoro e determinato, quindi, l'aumento della disoccupazione; dall'altro, attraverso l’aumento del rapporto capitale/lavoro avrebbe ridotto il saggio di rendimento del fattore capitale, contenendo il livello degli investimenti e del prodotto. All’origine dell’aumento della disoccupazione e del rallentamento della crescita osservato in alcune delle principali economie europee, vi sarebbero perciò l’aumento delle tasse sul lavoro e il potere delle organizzazioni sindacali. Poiché, secondo gli autori, l’aumento delle tasse sul lavoro sarebbe stato a sua volta provocato soprattutto dalla generosità dei sistemi previdenziali pubblici, la principale indicazione di politica economica che essi fanno seguire alla loro analisi è l’opportunità di riformare in senso restrittivo i sistemi pensionistici europei: la diminuzione della spesa previdenziale permetterebbe di ridurre le aliquote contributive; la conseguente diminuzione del costo del lavoro provocherebbe, attraverso il meccanismo descritto in precedenza, una riduzione della disoccupazione, un aumento degli investimenti e del tasso di crescita del prodotto. La natura di questo lavoro è prettamente critica. Analizzeremo il modello proposto da Daveri e Tabellini, con particolare riferimento alla rappresentazione del mercato del lavoro, allo scopo di mettere in luce il carattere restrittivo delle ipotesi su cui esso si fonda e a cui deve perciò essere confinata, a nostro giudizio, la validità delle sue conclusioni.
2005
costo del lavoro; previdenza; disoccupazione; sindacato monopolista
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Tassazione, previdenza e disoccupazione: alcune considerazioni su un contributo di Daveri e Tabellini / Imperia, Andrea. - In: ECONOMIA, IMPRESA E MERCATI FINANZIARI. - ISSN 1970-0911. - STAMPA. - 2:(2005), pp. 53-62.
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