Di recente Guido Alpa, in almeno due occasioni, ha dedicato la sua attenzione rigorosa ad un tema classico del diritto civile e della teoria generale del diritto: il tema è quello delle finzioni giuridiche, nel contesto, se si vuole, di una più ampia riflessione sul ruolo della interpretazione giuridica nella società postmoderna. L’occasione puntuale è rappresentata da un saggio specificamente dedicato al tema e intitolato “Diritto, realtà, finzione”, mentre il contesto più articolato di attenzione teorica va rinvenuto nell’opera recentissima “Giuristi e interpretazioni. Il ruolo del diritto nella società postmoderna”. Come appare fin dal primo dei saggi citati, la problematica viene immediatamente colta nel rapporto tra diritto e realtà, un’endiadi che evoca il problema di fondo del diritto, quello della sua specifica “natura” ovvero delle condizioni di validità della “realtà giuridica”. In quella congiunzione, in quella “e”, si nasconde una “eccedenza” dalla quale emerge tanto il problema delle condizioni strutturali del comprendere giuridico, quanto il tema delle diverse figure di finzione che animano la realtà del diritto. Per questo motivo, sia il problema della fictio iuris che la più ampia “ambiance” ermeneutica non possono essere compresi che a partire proprio dal tema più ampio del rapporto tra il diritto e la realtà. È noto come l’ermeneutica filosofica del Novecento ) sia stata definita come una «nuova Koiné» dell’intera cultura occidentale, in ragione dell’ampia influenza esercitata sul pensiero filosofico europeo e mondiale della seconda metà del Novecento e come, al di là delle più recenti controversie critiche, abbia rappresentato e tuttora rappresenti un elemento comune dell’analisi filosofica degli ultimi decenni, nonché un paradigma imprescindibile di riferimento per tutte le scienze umane. Come le altre scienze sociali, il diritto e la scienza giuridica hanno a che fare con oggetti sociali, ossia con oggetti che dipendono dai soggetti. Come è stato di recente ricordato, la giurisprudenza sarebbe un mero arbitrio se si volesse presentare come una collezione di nudi fatti non accompagnati da interpretazioni e nessuno di sognerebbe di negare, per questo, che esiste una realtà giuridica. Tuttavia, è necessario sapere che questa realtà, così come accade in tutti gli ambiti in cui si assiste alla produzione di oggetti sociali, deve essere sistematicamente interpretata e relativizzata. Nel mondo degli oggetti naturali c’è un grandissimo bisogno di ermeneutica, ed è singolare che ce ne sia così poca, dopo tutto il turbinio di interpretazioni che ha caratterizzato la filosofia del secolo scorso.

Le finzioni del giurista e le sue interpretazioni / Miccu, Roberto. - (2019), pp. 3-34.

Le finzioni del giurista e le sue interpretazioni

Miccu Roberto
2019

Abstract

Di recente Guido Alpa, in almeno due occasioni, ha dedicato la sua attenzione rigorosa ad un tema classico del diritto civile e della teoria generale del diritto: il tema è quello delle finzioni giuridiche, nel contesto, se si vuole, di una più ampia riflessione sul ruolo della interpretazione giuridica nella società postmoderna. L’occasione puntuale è rappresentata da un saggio specificamente dedicato al tema e intitolato “Diritto, realtà, finzione”, mentre il contesto più articolato di attenzione teorica va rinvenuto nell’opera recentissima “Giuristi e interpretazioni. Il ruolo del diritto nella società postmoderna”. Come appare fin dal primo dei saggi citati, la problematica viene immediatamente colta nel rapporto tra diritto e realtà, un’endiadi che evoca il problema di fondo del diritto, quello della sua specifica “natura” ovvero delle condizioni di validità della “realtà giuridica”. In quella congiunzione, in quella “e”, si nasconde una “eccedenza” dalla quale emerge tanto il problema delle condizioni strutturali del comprendere giuridico, quanto il tema delle diverse figure di finzione che animano la realtà del diritto. Per questo motivo, sia il problema della fictio iuris che la più ampia “ambiance” ermeneutica non possono essere compresi che a partire proprio dal tema più ampio del rapporto tra il diritto e la realtà. È noto come l’ermeneutica filosofica del Novecento ) sia stata definita come una «nuova Koiné» dell’intera cultura occidentale, in ragione dell’ampia influenza esercitata sul pensiero filosofico europeo e mondiale della seconda metà del Novecento e come, al di là delle più recenti controversie critiche, abbia rappresentato e tuttora rappresenti un elemento comune dell’analisi filosofica degli ultimi decenni, nonché un paradigma imprescindibile di riferimento per tutte le scienze umane. Come le altre scienze sociali, il diritto e la scienza giuridica hanno a che fare con oggetti sociali, ossia con oggetti che dipendono dai soggetti. Come è stato di recente ricordato, la giurisprudenza sarebbe un mero arbitrio se si volesse presentare come una collezione di nudi fatti non accompagnati da interpretazioni e nessuno di sognerebbe di negare, per questo, che esiste una realtà giuridica. Tuttavia, è necessario sapere che questa realtà, così come accade in tutti gli ambiti in cui si assiste alla produzione di oggetti sociali, deve essere sistematicamente interpretata e relativizzata. Nel mondo degli oggetti naturali c’è un grandissimo bisogno di ermeneutica, ed è singolare che ce ne sia così poca, dopo tutto il turbinio di interpretazioni che ha caratterizzato la filosofia del secolo scorso.
2019
LIBER AMICORUM GUIDO ALPA
9788813368852
finzioni giuridiche; ermeneutica giuridica; interpretazione; teoria generale del diritto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le finzioni del giurista e le sue interpretazioni / Miccu, Roberto. - (2019), pp. 3-34.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1363533
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