La Costituzione del Giappone è stata approvata il 3 novembre 1946 ed è entrata in vigore il 3 maggio 1947. In ossequio al principio di continuità legale, la Carta del 1946-1947 è un emendamento alla Costituzione dell’Impero del Giappone (c.d. Costituzione Meiji), in quanto promulgata conformemente alla procedura aggravata di revisione costituzionale (art. 73) contenuta nel testo ottriato dall’Imperatore Meiji nel 1889-1890. Eccettuando tale circostanza, verificatasi durante l’occupazione militare del territorio nazionale in conseguenza dell’esecuzione dei termini di resa incondizionata, l’ordinamento giapponese non ha mai proceduto ad alcuna revisione costituzionale in senso formale. Il testo della Costituzione Meiji è rimasto inalterato lungo tutta la sua vigenza, così come l’odierna Costituzione del Giappone. La previsione certamente più eclatante, frutto del peculiare processo di democratizzazione operato in Giappone nel secondo dopoguerra, è la c.d. “clausola pacifista”, incapsulata nell’unico articolo, il 9, del Cap. II della Costituzione del Giappone. Sin dagli esordi della logica bipolare, ed in reazione alle dinamiche internazionali dell’immediato secondo dopoguerra – su tutte la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese e la guerra di Corea – l’indirizzo di politica estera e della difesa dell’ordinamento giapponese è stato ancorato al campo occidentale. Ciò è avvenuto principalmente mediante: a) un processo di democratizzazione esogeno di tipo monopolistico, che ha portato all’approvazione di una nuova Costituzione dopo poco più di due anni dalla firma dello strumento di resa; b) un Trattato di pace, che ha escluso la partecipazione di quei Paesi che, pur coinvolti contro il Giappone nel secondo conflitto mondiale, alla fine delle ostilità erano in contrapposizione nei riguardi della leadership statunitense; c) un Trattato di Sicurezza bilaterale con gli Stati Uniti, che ha prodotto i propri effetti contemporaneamente al Trattato di pace. In quest’ottica emerge la sensibilità del diritto costituzionale, in grado di evidenziare la statica e la dinamica dell’indirizzo della politica estera e della difesa nel Giappone contemporaneo.

L'indirizzo della politica estera e della difesa nel Giappone contemporaneo / Crisafi, Michele. - (2019 Sep 24).

L'indirizzo della politica estera e della difesa nel Giappone contemporaneo

CRISAFI, MICHELE
24/09/2019

Abstract

La Costituzione del Giappone è stata approvata il 3 novembre 1946 ed è entrata in vigore il 3 maggio 1947. In ossequio al principio di continuità legale, la Carta del 1946-1947 è un emendamento alla Costituzione dell’Impero del Giappone (c.d. Costituzione Meiji), in quanto promulgata conformemente alla procedura aggravata di revisione costituzionale (art. 73) contenuta nel testo ottriato dall’Imperatore Meiji nel 1889-1890. Eccettuando tale circostanza, verificatasi durante l’occupazione militare del territorio nazionale in conseguenza dell’esecuzione dei termini di resa incondizionata, l’ordinamento giapponese non ha mai proceduto ad alcuna revisione costituzionale in senso formale. Il testo della Costituzione Meiji è rimasto inalterato lungo tutta la sua vigenza, così come l’odierna Costituzione del Giappone. La previsione certamente più eclatante, frutto del peculiare processo di democratizzazione operato in Giappone nel secondo dopoguerra, è la c.d. “clausola pacifista”, incapsulata nell’unico articolo, il 9, del Cap. II della Costituzione del Giappone. Sin dagli esordi della logica bipolare, ed in reazione alle dinamiche internazionali dell’immediato secondo dopoguerra – su tutte la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese e la guerra di Corea – l’indirizzo di politica estera e della difesa dell’ordinamento giapponese è stato ancorato al campo occidentale. Ciò è avvenuto principalmente mediante: a) un processo di democratizzazione esogeno di tipo monopolistico, che ha portato all’approvazione di una nuova Costituzione dopo poco più di due anni dalla firma dello strumento di resa; b) un Trattato di pace, che ha escluso la partecipazione di quei Paesi che, pur coinvolti contro il Giappone nel secondo conflitto mondiale, alla fine delle ostilità erano in contrapposizione nei riguardi della leadership statunitense; c) un Trattato di Sicurezza bilaterale con gli Stati Uniti, che ha prodotto i propri effetti contemporaneamente al Trattato di pace. In quest’ottica emerge la sensibilità del diritto costituzionale, in grado di evidenziare la statica e la dinamica dell’indirizzo della politica estera e della difesa nel Giappone contemporaneo.
24-set-2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1360314
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