L’impatto dei disastri naturali o tecnologici, risulta potenzialmente maggiore sulle aree urbane, dove la densità abitativa incrementa la gravità dei danni e delle ripercussioni socio-economiche dovute all’interruzione dei servizi essenziali. L’ambiente costruito è contraddistinto da caratteristiche protettive, che possono rappresentare un elemento importante per ridurre il rischio di catastrofe ed incrementare la resilienza degli insediamenti umani. Al contrario, la corruzione di queste caratteristiche, come la perdita di edifici strategici o infrastruttura, può aumentare la vulnerabilità di una comunità. In particolare, le città italiane rappresentano un significativo esempio di organismo urbano capace di evolversi e adattarsi agli eventi sismici che hanno caratterizzato la storia del paese. L’UNISDR definisce 4 priorità condivise a livello globale nel Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 e fra queste risulta di particolare importanza, per la presente discussione, l’ultima: 4.Migliorare la preparazione ai disastri per una risposta efficace e per realizzare pratiche di “Build Back Better” (“ricostruire meglio”) nel recupero, nella riabilitazione e nella ricostruzione. Il tema del “ricostruire meglio” si ripropone dopo ogni evento calamitoso, in Italia come nel resto del mondo, puntando sempre più in alto gli obiettivi prefissati. Come ribadito da Latina, nelle ricostruzioni del passato in Italia si sono sempre evidenziate due tendenze: “Una ‘eterodossa’ che formula l’ipotesi della nuova ricostruzione in aree diverse da quelle danneggiate dal sisma […]”; in altre parole, il terremoto come “occasione” di riscatto e sperimentazione. Tuttavia, la tendenza “che va più accreditandosi, sospinta anche dall’onda emotiva post sisma, è quella dei cosiddetti ‘ortodossi’, di chi perora la causa del ‘dov’era e com’era’” . Occorre però evolvere il concetto del “com’era, dov’era” nel più condivisibile “dov’era, meglio di come era”, prevedendo il confronto con standard qualitativi attuali.

Esperienze di interventi di rigenerazione urbana post-sisma / Appolloni, Letizia; D'Amico, Alessandro. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 1121-2233. - 60:3 Supplement 1(2019), pp. 63-64.

Esperienze di interventi di rigenerazione urbana post-sisma

Letizia Appolloni
Writing – Original Draft Preparation
;
Alessandro D'Amico
Writing – Original Draft Preparation
2019

Abstract

L’impatto dei disastri naturali o tecnologici, risulta potenzialmente maggiore sulle aree urbane, dove la densità abitativa incrementa la gravità dei danni e delle ripercussioni socio-economiche dovute all’interruzione dei servizi essenziali. L’ambiente costruito è contraddistinto da caratteristiche protettive, che possono rappresentare un elemento importante per ridurre il rischio di catastrofe ed incrementare la resilienza degli insediamenti umani. Al contrario, la corruzione di queste caratteristiche, come la perdita di edifici strategici o infrastruttura, può aumentare la vulnerabilità di una comunità. In particolare, le città italiane rappresentano un significativo esempio di organismo urbano capace di evolversi e adattarsi agli eventi sismici che hanno caratterizzato la storia del paese. L’UNISDR definisce 4 priorità condivise a livello globale nel Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 e fra queste risulta di particolare importanza, per la presente discussione, l’ultima: 4.Migliorare la preparazione ai disastri per una risposta efficace e per realizzare pratiche di “Build Back Better” (“ricostruire meglio”) nel recupero, nella riabilitazione e nella ricostruzione. Il tema del “ricostruire meglio” si ripropone dopo ogni evento calamitoso, in Italia come nel resto del mondo, puntando sempre più in alto gli obiettivi prefissati. Come ribadito da Latina, nelle ricostruzioni del passato in Italia si sono sempre evidenziate due tendenze: “Una ‘eterodossa’ che formula l’ipotesi della nuova ricostruzione in aree diverse da quelle danneggiate dal sisma […]”; in altre parole, il terremoto come “occasione” di riscatto e sperimentazione. Tuttavia, la tendenza “che va più accreditandosi, sospinta anche dall’onda emotiva post sisma, è quella dei cosiddetti ‘ortodossi’, di chi perora la causa del ‘dov’era e com’era’” . Occorre però evolvere il concetto del “com’era, dov’era” nel più condivisibile “dov’era, meglio di come era”, prevedendo il confronto con standard qualitativi attuali.
2019
ricostruzione; sisma; rigenerazione; disaster; reconstruction; urban regeneration
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Esperienze di interventi di rigenerazione urbana post-sisma / Appolloni, Letizia; D'Amico, Alessandro. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 1121-2233. - 60:3 Supplement 1(2019), pp. 63-64.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1357606
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