Il presente lavoro di ricerca di Dottorato, così come esplicitato dal titolo, vuole indagare le condizioni per le quali, a partire dall’invenzione dell’’idea della natura selvaggia’ nel XVIII secolo, ed al cui sviluppo la cultura occidentale è strettamente correlata, si sia perso un approccio empatico nei confronti della natura e degli spazi naturali. Tale condizione, che ha facilmente veicolato la loro distruzione o sottomissione a ragioni che ne hanno profondamente alterato il nostro rapporto con essi, si è espressa a vantaggio di uno sviluppo produttivo ormai completamente scisso dall’idea di natura e, nella maggior parte dei casi, distruttivo nei suoi confronti. In contrapposizione a tali presupposti, si è inoltre rapidamente sviluppato un pensiero di opposizione che ha portato la nascita del movimento ecologista, a cavallo tra gli stati Uniti d’America ed il nord Europa, tra la fine dell’ottocento e la metà del XX secolo. Partendo da tali presupposti, le ‘azioni-reazioni’ che si sono sviluppate, hanno marcato nettamente le differenze di approccio tra mondo anglosassone e mondo giudaico-cristiano nei confronti dell’idea di natura, che tuttora sottolineano i due diversi continenti. Se negli Stati Uniti d’America, si è infatti rapidamente sviluppato ed organizzato un pensiero accademico che ha affrontato ed esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di riequilibrio, lettura e risoluzione delle problematiche ambientali, resesi evidenti sino dagli inizi di tale storia, diverso è stato l’approccio nel continente europeo, che, a volte con grandi differenze tra ‘mondo nordico’ e ‘mondo mediterraneo’, fatica ancora a trovare sintesi nella possibilità di argomentare con risoluzione, un approccio al progetto di paesaggio che sappia realmente fare propria la materia relativa alla tutela e sviluppo dell’ambiente. Al fine di esplorare tali contraddizioni e potenzialità, che tuttora conservano margini non chiariti, la tesi di Dottorato propone un approccio metodologico che organizza tali considerazioni in un primo gruppo di indagini testuali, raccolte sotto il titolo di ‘Scritti’. All’interno di tale ambito tematico vengono riletti ed analizzati gli scritti di autori selezionati secondo tre principali punti di osservazione: ‘la crisi dell’idea di Natura e l’avvento dell’ecologia tra mondo nordamericano ed europeo’, il ‘rapporto tra progetto di paesaggio ed emergenza ambientale’, ‘l’evoluzione dell’idea di natura nel progetto di paesaggio europeo e mediterraneo’. Gli autori selezionati nella prima parte degli ‘Scritti’, contenuti nel primo capitolo, rileggono e chiariscono con autorevolezza, i passaggi principali che hanno veicolato l’evoluzione dell’idea di natura dal suo ‘status’ di Natura Selvaggia (Henry David Thoreau), alle sue contraddizioni epistemologiche (Paul Shepard), fino alla contemporanea emergenza ambientale e climatica (Bill McKibben). La seconda parte degli ‘Scritti’, contenuti nel capitolo successivo, intende indagare la registrata difficoltà contemporanea, particolarmente avvertita in ambito mediterraneo, nel coniugare e fare sintesi progettuale, tra paesaggio e ambiente. A tal fine, vengono riletti autori e progettisti che hanno esemplarmente affrontato tale tematica, sotto il duplice profilo teorico e della ricerca progettuale: Franco Zagari, Linda Pollack, Elizabeth K. Meyer, sotto il profilo teorico, Ian McHarg, Dilip Da Cunha, Anuradha Mathur, Kate Orff, Richard Misrach, Catherine Seavitt e Guy Nordenson. A conclusione di tale sezione di ricerca, si è inoltre ritenuto significativo mettere in relazione l’evoluzione della contemporanea ‘idea di natura’, così come espressa dagli autori di cultura anglosassone trattati in apertura di ricerca, con la quasi coeva sua esplorazione europea, attraverso la lettura critica di testi e ‘manifesti’ di tre indiscussi protagonisti del progetto di paesaggio europeo e mediterraneo: Dieter Kienast, Rosa Barba Casanovas, Gilles Clement. Attraverso la lettura dei testi di tali autori affiora infatti, cronologicamente cadenzato, un ripensamento contemporaneo attorno al tema del progetto di paesaggio, ed alla sua conseguente idea di natura che si organizza in una ricerca di essenzialità estetica, ed in particolare negli ultimi due autori, riporta alla prossimità con gli elementi basilari: terra, acqua, vegetazione, ed alla loro capacità di evolvere autonomamente anche, ed in particolare, nei contesti urbani. La seconda parte della ricerca, accorpata sotto il titolo ‘Progetti’, intende presentare una selezione di progetti, realizzati da indiscussi autori del progetto di paesaggio europeo, che hanno fatto ricerca e sintesi delle caratteristiche sopra descritte, ed espresso la possibilità di relazione e collaborazione tra componente estetica e processi di riqualificazione dell’ambiente. Al fine di esplicitare con chiarezza tale opportunità del progetto contemporaneo, gli esempi presentati, sono raccolti ed organizzati in quattro temi principali, che interpretano la capacità progettuale di diretta adesione con gli elementi trattati: acqua, aria, terra, scarto. Quest’ultima categoria, lo scarto, pur non costituendo necessariamente elemento naturale, è stata volutamente introdotta in quanto, nel contemporaneo, si ritiene essere lo scarto quale componente ineludibile dei processi di rielaborazione delle componenti dell’ambiente naturale. Tale primo catalogo, composto da otto casi di indagine, si dispone pertanto come indizio e inizio di ricerca aperta, implementabile nel tempo. La terza parte della ricerca, identificata con il termine ‘Mappe’, intende infine indagare, e dare prefigurazione ed evidenziazione grafica, a come le sopracitate categorie, acqua, aria, terra, scarto, individuate per sottolineare la possibilità di stabilire un punto di sinergia tra paesaggio, componenti ambientali e loro alterazioni, possano essere estese alla dimensione del bacino mediterraneo. Si è pertanto inteso comporre quattro scenari di sintesi, alla scala del bacino mediterraneo, da cui fare emergere relazioni complesse ed interdipendenti nell’uso attuale delle risorse naturali e, soprattutto, nel loro sfruttamento, consumo depauperazione. Tali categorie di indagine, espresse sinteticamente attraverso le alterazioni dei menzionati quattro elementi basilari di indagine, acqua, aria, terra, scarto, vogliono pertanto esprimere, attraverso l’evidenziazione grafica, gli scenari possibili, e le relative emergenze ambientali, cui il futuro progetto di paesaggio nel mediterraneo, ed i paesi che vi afferiscono, potranno o dovranno essere chiamati a dare risposta. I principali contenuti e codici interpretativi di tali mappe, redatte sulla base di dati GIS estrapolati dai cataloghi delle banche dati degli istituti internazionali di ricerca (IPCC, Banca Mondiale, etc.), sono analizzati e riportati attraverso quattro elementi di riscontro e comparazione: geografie, risorse, alterazioni, transiti.

Il mondo non è più un giardino. una nuova estetica tra qualità del paesaggio e ragioni dell'ambiente / Zampieri, Laura. - (2020 Feb 27).

Il mondo non è più un giardino. una nuova estetica tra qualità del paesaggio e ragioni dell'ambiente

ZAMPIERI, LAURA
27/02/2020

Abstract

Il presente lavoro di ricerca di Dottorato, così come esplicitato dal titolo, vuole indagare le condizioni per le quali, a partire dall’invenzione dell’’idea della natura selvaggia’ nel XVIII secolo, ed al cui sviluppo la cultura occidentale è strettamente correlata, si sia perso un approccio empatico nei confronti della natura e degli spazi naturali. Tale condizione, che ha facilmente veicolato la loro distruzione o sottomissione a ragioni che ne hanno profondamente alterato il nostro rapporto con essi, si è espressa a vantaggio di uno sviluppo produttivo ormai completamente scisso dall’idea di natura e, nella maggior parte dei casi, distruttivo nei suoi confronti. In contrapposizione a tali presupposti, si è inoltre rapidamente sviluppato un pensiero di opposizione che ha portato la nascita del movimento ecologista, a cavallo tra gli stati Uniti d’America ed il nord Europa, tra la fine dell’ottocento e la metà del XX secolo. Partendo da tali presupposti, le ‘azioni-reazioni’ che si sono sviluppate, hanno marcato nettamente le differenze di approccio tra mondo anglosassone e mondo giudaico-cristiano nei confronti dell’idea di natura, che tuttora sottolineano i due diversi continenti. Se negli Stati Uniti d’America, si è infatti rapidamente sviluppato ed organizzato un pensiero accademico che ha affrontato ed esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di riequilibrio, lettura e risoluzione delle problematiche ambientali, resesi evidenti sino dagli inizi di tale storia, diverso è stato l’approccio nel continente europeo, che, a volte con grandi differenze tra ‘mondo nordico’ e ‘mondo mediterraneo’, fatica ancora a trovare sintesi nella possibilità di argomentare con risoluzione, un approccio al progetto di paesaggio che sappia realmente fare propria la materia relativa alla tutela e sviluppo dell’ambiente. Al fine di esplorare tali contraddizioni e potenzialità, che tuttora conservano margini non chiariti, la tesi di Dottorato propone un approccio metodologico che organizza tali considerazioni in un primo gruppo di indagini testuali, raccolte sotto il titolo di ‘Scritti’. All’interno di tale ambito tematico vengono riletti ed analizzati gli scritti di autori selezionati secondo tre principali punti di osservazione: ‘la crisi dell’idea di Natura e l’avvento dell’ecologia tra mondo nordamericano ed europeo’, il ‘rapporto tra progetto di paesaggio ed emergenza ambientale’, ‘l’evoluzione dell’idea di natura nel progetto di paesaggio europeo e mediterraneo’. Gli autori selezionati nella prima parte degli ‘Scritti’, contenuti nel primo capitolo, rileggono e chiariscono con autorevolezza, i passaggi principali che hanno veicolato l’evoluzione dell’idea di natura dal suo ‘status’ di Natura Selvaggia (Henry David Thoreau), alle sue contraddizioni epistemologiche (Paul Shepard), fino alla contemporanea emergenza ambientale e climatica (Bill McKibben). La seconda parte degli ‘Scritti’, contenuti nel capitolo successivo, intende indagare la registrata difficoltà contemporanea, particolarmente avvertita in ambito mediterraneo, nel coniugare e fare sintesi progettuale, tra paesaggio e ambiente. A tal fine, vengono riletti autori e progettisti che hanno esemplarmente affrontato tale tematica, sotto il duplice profilo teorico e della ricerca progettuale: Franco Zagari, Linda Pollack, Elizabeth K. Meyer, sotto il profilo teorico, Ian McHarg, Dilip Da Cunha, Anuradha Mathur, Kate Orff, Richard Misrach, Catherine Seavitt e Guy Nordenson. A conclusione di tale sezione di ricerca, si è inoltre ritenuto significativo mettere in relazione l’evoluzione della contemporanea ‘idea di natura’, così come espressa dagli autori di cultura anglosassone trattati in apertura di ricerca, con la quasi coeva sua esplorazione europea, attraverso la lettura critica di testi e ‘manifesti’ di tre indiscussi protagonisti del progetto di paesaggio europeo e mediterraneo: Dieter Kienast, Rosa Barba Casanovas, Gilles Clement. Attraverso la lettura dei testi di tali autori affiora infatti, cronologicamente cadenzato, un ripensamento contemporaneo attorno al tema del progetto di paesaggio, ed alla sua conseguente idea di natura che si organizza in una ricerca di essenzialità estetica, ed in particolare negli ultimi due autori, riporta alla prossimità con gli elementi basilari: terra, acqua, vegetazione, ed alla loro capacità di evolvere autonomamente anche, ed in particolare, nei contesti urbani. La seconda parte della ricerca, accorpata sotto il titolo ‘Progetti’, intende presentare una selezione di progetti, realizzati da indiscussi autori del progetto di paesaggio europeo, che hanno fatto ricerca e sintesi delle caratteristiche sopra descritte, ed espresso la possibilità di relazione e collaborazione tra componente estetica e processi di riqualificazione dell’ambiente. Al fine di esplicitare con chiarezza tale opportunità del progetto contemporaneo, gli esempi presentati, sono raccolti ed organizzati in quattro temi principali, che interpretano la capacità progettuale di diretta adesione con gli elementi trattati: acqua, aria, terra, scarto. Quest’ultima categoria, lo scarto, pur non costituendo necessariamente elemento naturale, è stata volutamente introdotta in quanto, nel contemporaneo, si ritiene essere lo scarto quale componente ineludibile dei processi di rielaborazione delle componenti dell’ambiente naturale. Tale primo catalogo, composto da otto casi di indagine, si dispone pertanto come indizio e inizio di ricerca aperta, implementabile nel tempo. La terza parte della ricerca, identificata con il termine ‘Mappe’, intende infine indagare, e dare prefigurazione ed evidenziazione grafica, a come le sopracitate categorie, acqua, aria, terra, scarto, individuate per sottolineare la possibilità di stabilire un punto di sinergia tra paesaggio, componenti ambientali e loro alterazioni, possano essere estese alla dimensione del bacino mediterraneo. Si è pertanto inteso comporre quattro scenari di sintesi, alla scala del bacino mediterraneo, da cui fare emergere relazioni complesse ed interdipendenti nell’uso attuale delle risorse naturali e, soprattutto, nel loro sfruttamento, consumo depauperazione. Tali categorie di indagine, espresse sinteticamente attraverso le alterazioni dei menzionati quattro elementi basilari di indagine, acqua, aria, terra, scarto, vogliono pertanto esprimere, attraverso l’evidenziazione grafica, gli scenari possibili, e le relative emergenze ambientali, cui il futuro progetto di paesaggio nel mediterraneo, ed i paesi che vi afferiscono, potranno o dovranno essere chiamati a dare risposta. I principali contenuti e codici interpretativi di tali mappe, redatte sulla base di dati GIS estrapolati dai cataloghi delle banche dati degli istituti internazionali di ricerca (IPCC, Banca Mondiale, etc.), sono analizzati e riportati attraverso quattro elementi di riscontro e comparazione: geografie, risorse, alterazioni, transiti.
27-feb-2020
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