Il mezzo televisivo ha vissuto, fino ad ora, due fasi principali: secondo Umberto Eco, si sono succedute la paleotelevisione, durata 30 anni a partire dagli anni '50, e la neotelevisione, iniziata negli anni '80, data in cui furono introdotti emittenti privati nella programmazione quotidiana e una ideologia di mercato televisivo. L'impianto neotelevisivo è rimasto quasi invariato fino ad oggi, anche se negli ultimi anni qualcosa è cambiato. La televisione si sta evolvendo e sta incorporando le innovazioni più recenti: è per questo che è necessario definire e denominare la televisione attuale, che sembra star vivendo una nuova era. Carlos Scolari ha definito lo stato attuale della televisione come un momento di transizione, in cui la neotelevisione continua ad esistere, mentre un altro modo di pubblicare e consumare contenuti sta nascendo, distinto dall'aggettivo "interattivo". Certamente, definire il dispositivo TV come "interattivo" è un ossimoro, poiché l'unico modo per interagire con lo schermo è il telecomando, ma altri mezzi vengono messi al servizio della televisione. Internet sta convergendo con la televisione, aiutandola a essere più partecipativa, interattiva e digitale, creando ciò che Scolari chiama "hipertelevisión", pensandola come parte di una più grande innovazione nella comunicazione chiamata ipermediazione, dipendente dai media digitali. L'ipertelevisione è, come già detto, multimediale e partecipativa, oltre che multipiattaforma, personalizzata e connessa alla realtà virtuale dell’Internet 3.0. Questa nuova televisione dipende da Internet non solo per la distribuzione di prodotti, ma anche per offrire un’esperienza crossmediale e transmediale, che è possibile costruire attorno a ciascun contenuto. La convergenza con la rete genera anche una nuova attitudine nel pubblico, il quale si esprime online e vorrebbe che i suoi desideri siano soddisfatti: ogni utente vuole scegliere cosa vedere, quando, dove e quanto rapidamente, trasformandosi da un passivo couch potato a un consumatore esigente, attivo e "voyeur". La parola francese definisce la necessità di vedere di più, sapere di più ed esprimersi, promuovendo la creazione di contenuti "fan-made" che, insieme ad altri tipi di complementi ufficiali, costruiranno un universo narrativo complesso ed in continua espansione. Questo cambiamento genera una domanda: internet sta aiutando la televisione nelle azioni di interazione, permettendo che il contenuto venga rilasciato sui due mezzi, ma cosa succede quando gli attori del web rubano format televisivi e creano prodotti per la distribuzione esclusiva in rete? Pensando a ciò, sembra che i tempi della televisione stiano finendo, lasciando il posto a computer, telefoni e console. Guardando alcuni dettagli del paesaggio audiovisivo è però chiaro che la televisione non è morta, ma solo rinata su altri dispositivi: il nuovo stile digitale comprende l’essere onnipresente, personalizzato, plurale e bisognoso delle nuove tecnologie. Un chiaro esempio di ipertelevisione si trova in Spagna, dove la dittatura di Franco non ha permesso uno sviluppo graduale della TV, dall'invenzione del mezzo verso la neotelevisione. La Spagna ha cercato di recuperare prontamente, saltando la fase paleotelevisiva ed entrando direttamente nella realtà neotelevisiva. Anche la legge ha subito molti cambiamenti, fino a raggiungere l'attuale Ley General de la Comunicación Audiovisual del 2010, in cui vengono distinti emittenti lineari e non lineari, oltre ad altre rivoluzionarie innovazioni. Gli emittenti lineari sono quelli che emettono un flusso di contenuti, ed è considerato come rilevante l’esempio di Atresmedia, che, per primo nel paese e per secondo in Europa, ha creato la sua identità sulla rete, così come ha sperimentato altre innovazioni. Gli emittenti non lineari sono invece piattaforme per la distribuzione di contenuti on-demand, fruibili attraverso un abbonamento. Netflix è considerato l'emittente non lineare ad ora più attivo nel panorama audiovisivo locale, grazie ai suoi piani di investimento nel paese. I due emittenti sono esempi perfetti di una televisione che continua a cambiare e di cui possiamo solo provare a immaginare il futuro.

Syntonised on hypertelevision: the multimedia and participatory television in Spain / Quercia, Grazia. - (2019), pp. 399-408.

Syntonised on hypertelevision: the multimedia and participatory television in Spain

QUERCIA, GRAZIA
2019

Abstract

Il mezzo televisivo ha vissuto, fino ad ora, due fasi principali: secondo Umberto Eco, si sono succedute la paleotelevisione, durata 30 anni a partire dagli anni '50, e la neotelevisione, iniziata negli anni '80, data in cui furono introdotti emittenti privati nella programmazione quotidiana e una ideologia di mercato televisivo. L'impianto neotelevisivo è rimasto quasi invariato fino ad oggi, anche se negli ultimi anni qualcosa è cambiato. La televisione si sta evolvendo e sta incorporando le innovazioni più recenti: è per questo che è necessario definire e denominare la televisione attuale, che sembra star vivendo una nuova era. Carlos Scolari ha definito lo stato attuale della televisione come un momento di transizione, in cui la neotelevisione continua ad esistere, mentre un altro modo di pubblicare e consumare contenuti sta nascendo, distinto dall'aggettivo "interattivo". Certamente, definire il dispositivo TV come "interattivo" è un ossimoro, poiché l'unico modo per interagire con lo schermo è il telecomando, ma altri mezzi vengono messi al servizio della televisione. Internet sta convergendo con la televisione, aiutandola a essere più partecipativa, interattiva e digitale, creando ciò che Scolari chiama "hipertelevisión", pensandola come parte di una più grande innovazione nella comunicazione chiamata ipermediazione, dipendente dai media digitali. L'ipertelevisione è, come già detto, multimediale e partecipativa, oltre che multipiattaforma, personalizzata e connessa alla realtà virtuale dell’Internet 3.0. Questa nuova televisione dipende da Internet non solo per la distribuzione di prodotti, ma anche per offrire un’esperienza crossmediale e transmediale, che è possibile costruire attorno a ciascun contenuto. La convergenza con la rete genera anche una nuova attitudine nel pubblico, il quale si esprime online e vorrebbe che i suoi desideri siano soddisfatti: ogni utente vuole scegliere cosa vedere, quando, dove e quanto rapidamente, trasformandosi da un passivo couch potato a un consumatore esigente, attivo e "voyeur". La parola francese definisce la necessità di vedere di più, sapere di più ed esprimersi, promuovendo la creazione di contenuti "fan-made" che, insieme ad altri tipi di complementi ufficiali, costruiranno un universo narrativo complesso ed in continua espansione. Questo cambiamento genera una domanda: internet sta aiutando la televisione nelle azioni di interazione, permettendo che il contenuto venga rilasciato sui due mezzi, ma cosa succede quando gli attori del web rubano format televisivi e creano prodotti per la distribuzione esclusiva in rete? Pensando a ciò, sembra che i tempi della televisione stiano finendo, lasciando il posto a computer, telefoni e console. Guardando alcuni dettagli del paesaggio audiovisivo è però chiaro che la televisione non è morta, ma solo rinata su altri dispositivi: il nuovo stile digitale comprende l’essere onnipresente, personalizzato, plurale e bisognoso delle nuove tecnologie. Un chiaro esempio di ipertelevisione si trova in Spagna, dove la dittatura di Franco non ha permesso uno sviluppo graduale della TV, dall'invenzione del mezzo verso la neotelevisione. La Spagna ha cercato di recuperare prontamente, saltando la fase paleotelevisiva ed entrando direttamente nella realtà neotelevisiva. Anche la legge ha subito molti cambiamenti, fino a raggiungere l'attuale Ley General de la Comunicación Audiovisual del 2010, in cui vengono distinti emittenti lineari e non lineari, oltre ad altre rivoluzionarie innovazioni. Gli emittenti lineari sono quelli che emettono un flusso di contenuti, ed è considerato come rilevante l’esempio di Atresmedia, che, per primo nel paese e per secondo in Europa, ha creato la sua identità sulla rete, così come ha sperimentato altre innovazioni. Gli emittenti non lineari sono invece piattaforme per la distribuzione di contenuti on-demand, fruibili attraverso un abbonamento. Netflix è considerato l'emittente non lineare ad ora più attivo nel panorama audiovisivo locale, grazie ai suoi piani di investimento nel paese. I due emittenti sono esempi perfetti di una televisione che continua a cambiare e di cui possiamo solo provare a immaginare il futuro.
2019
Contemporary approaches in social science researches
978-83-953142-1-6
television; tranmedia storytelling; hypermediation; participatory culture; seriality
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Syntonised on hypertelevision: the multimedia and participatory television in Spain / Quercia, Grazia. - (2019), pp. 399-408.
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