Dopo aver inquadrato la crisi carceraria italiana odierna, l’elaborato affronta una ricostruzione storica che, con una scrittura densa e interessanti illustrazioni, ripercorre i modelli carcerari dal carcere Mamertino a Roma fino a più recenti sviluppi. Lo scopo è creare una indispensabile cornice per un tema così rilevante. In particolare, colpisce l’esperienza di Giovanni Michelucci a Firenze e la ricerca di riformismo del sistema delle carceri proposto da Sergio Lenci a Roma che come si sa fu vittima di un attentato, solo per caso non mortale, compiuto da Prima Linea nel 1980. Nella seconda parte l’attenzione viene rivolta alle ricerche in campo neurologico e psicosociale grazie alle quali è possibile dare un’accezione concreta ai termini di “libertà” e di “controllo” in relazione ai concetti di piano percettivo e piano operativo che costituirono il paradigma di interpretazione ambientale portato in evidenza da Jakob von Uexküll. Si tratta di un approccio originale quando applicato al campo spaziale architettonico e carcerario in particolare. In questa chiave la libertà e il controllo vengono mostrate quali facce diverse della medesima medaglia, laddove il controllo è inteso in maniera costruttiva quale abilità di influenzare la probabilità di occorrenza di un potenziale risultato auspicato, cioè capacità di autodeterminazione in un ambiente. Queste osservazioni e i relativi costrutti teorici convergono a stabilire nella Terza parte otto categorie di territorialità che costituiscono diverse manifestazioni concrete di ambiti relazionali articolati lungo il gradiente di privacy, che può essere esperito all’interno di un sistema ambientale e architettonico. Questa interpretazione topologica tende al superamento delle istanze funzionalistiche che tradizionalmente definiscono la realtà carceraria, la problematica viene riportata all’interno della comprensione delle caratteristiche dei diversi spazi, che deve trovare espressione già nella conformazione architettonica del progetto delle carceri affinché si possa dimostrare effettiva. Questa parte, di estremo interesse sia scientifico che progettuale rappresenta il centro della dissertazione. Dieci casi studio di architettura carceraria contemporanea per più di un aspetto esemplari, vengono analizzati sia in funzione delle qualità compositive e materiali sia in merito alle categorie di privacy identificate in precedenza. Attraverso l’analisi di ciascuno esempio è verificata l’articolazione interna, i rapporti tra interno ed esterno, la strutturazione di spazi orientati all’attività lavorativa, alla socializzazione e agli affetti, mentre la cella viene a costituire il momento del pernottamento o del temporaneo raccoglimento personale. Dal punto di vista teorico e dei riferimenti il candidato fa tesoro di molteplici apporti come quelli computazionali-topologici della Space Syntax Analysis, sviluppati originariamente dalla Bartlett School of Architecture e qui per la prima volta utilizzati in maniera sistematica per verificare la struttura interna delle prigioni contemporanee, ma anche gli studi sul tema del controllo nel campo della progettazione residenziale svolti dal proprio tutor in “Progettare la residenza” oltre al lavoro del citato Uexküll. Il contributo di Gabriele Stancato al Corso di dottorato di ricerca come esplicitato in questa dissertazione.

Architettura della libertà e del controllo. Un concetto carcerario basato sulle nozioni di territorialità e privacy / Stancato, Gabriele. - (2019 Feb 02).

Architettura della libertà e del controllo. Un concetto carcerario basato sulle nozioni di territorialità e privacy

STANCATO, GABRIELE
02/02/2019

Abstract

Dopo aver inquadrato la crisi carceraria italiana odierna, l’elaborato affronta una ricostruzione storica che, con una scrittura densa e interessanti illustrazioni, ripercorre i modelli carcerari dal carcere Mamertino a Roma fino a più recenti sviluppi. Lo scopo è creare una indispensabile cornice per un tema così rilevante. In particolare, colpisce l’esperienza di Giovanni Michelucci a Firenze e la ricerca di riformismo del sistema delle carceri proposto da Sergio Lenci a Roma che come si sa fu vittima di un attentato, solo per caso non mortale, compiuto da Prima Linea nel 1980. Nella seconda parte l’attenzione viene rivolta alle ricerche in campo neurologico e psicosociale grazie alle quali è possibile dare un’accezione concreta ai termini di “libertà” e di “controllo” in relazione ai concetti di piano percettivo e piano operativo che costituirono il paradigma di interpretazione ambientale portato in evidenza da Jakob von Uexküll. Si tratta di un approccio originale quando applicato al campo spaziale architettonico e carcerario in particolare. In questa chiave la libertà e il controllo vengono mostrate quali facce diverse della medesima medaglia, laddove il controllo è inteso in maniera costruttiva quale abilità di influenzare la probabilità di occorrenza di un potenziale risultato auspicato, cioè capacità di autodeterminazione in un ambiente. Queste osservazioni e i relativi costrutti teorici convergono a stabilire nella Terza parte otto categorie di territorialità che costituiscono diverse manifestazioni concrete di ambiti relazionali articolati lungo il gradiente di privacy, che può essere esperito all’interno di un sistema ambientale e architettonico. Questa interpretazione topologica tende al superamento delle istanze funzionalistiche che tradizionalmente definiscono la realtà carceraria, la problematica viene riportata all’interno della comprensione delle caratteristiche dei diversi spazi, che deve trovare espressione già nella conformazione architettonica del progetto delle carceri affinché si possa dimostrare effettiva. Questa parte, di estremo interesse sia scientifico che progettuale rappresenta il centro della dissertazione. Dieci casi studio di architettura carceraria contemporanea per più di un aspetto esemplari, vengono analizzati sia in funzione delle qualità compositive e materiali sia in merito alle categorie di privacy identificate in precedenza. Attraverso l’analisi di ciascuno esempio è verificata l’articolazione interna, i rapporti tra interno ed esterno, la strutturazione di spazi orientati all’attività lavorativa, alla socializzazione e agli affetti, mentre la cella viene a costituire il momento del pernottamento o del temporaneo raccoglimento personale. Dal punto di vista teorico e dei riferimenti il candidato fa tesoro di molteplici apporti come quelli computazionali-topologici della Space Syntax Analysis, sviluppati originariamente dalla Bartlett School of Architecture e qui per la prima volta utilizzati in maniera sistematica per verificare la struttura interna delle prigioni contemporanee, ma anche gli studi sul tema del controllo nel campo della progettazione residenziale svolti dal proprio tutor in “Progettare la residenza” oltre al lavoro del citato Uexküll. Il contributo di Gabriele Stancato al Corso di dottorato di ricerca come esplicitato in questa dissertazione.
2-feb-2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1241418
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