Analisi del rischio del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e Rifugiati - SPRAR. Una classificazione di rischi per le persone, lavoro organizzazione e sicurezza Francesca Grivet Talocia Dottoranda presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, Università degli studi di Roma, Sapienza. Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) è stato istituito dalla legge n.189/2002 ed è costituito dalla rete degli enti locali che accedono nei limiti delle risorse disponibili al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. È gestito dal Ministero dell’Interno e previsto dalla legge finanziaria dello Stato allo scopo di realizzare progetti territoriali di seconda accoglienza e di integrazione socio-economica per richiedenti asilo e rifugiati, nonché per i titolari di protezione sussidiaria e umanitaria . Tale contributo − attraverso l’analisi della gestione e della percezione del rischio degli operatori che lavorano nella rete SPRAR di Roma − intende evidenziare le contraddizioni e i punti di debolezza del sistema, mettendo in luce quale sia il suo impatto sulle persone accolte e sulla comunità locale, ma altresì sulle persone che lavorano al suo interno e su sé stesso. Infatti, l’aumento progressivo dell’arrivo di migranti sulle coste italiane e la necessaria esigenza di organizzarne l’accoglienza, ha generato nel dibattito pubblico l’associazione del tema migrazione con quello che riguarda la sicurezza (Ambrosini 2011; Dal Lago 2004; Quassoli, Carbonato, 2013). I cittadini guidati da una naturale paura psicosociale, nonché manipolati dai mass media e dal discorso politico che rappresenta il fenomeno della migrazione come una minaccia, sviluppano un crescente senso di insicurezza che spesso si è manifestato con violenza nei confronti delle persone straniere (Battistelli, 2016; Bauman, 2012; Castel, 2004; Demos, 2017; Galantino, 2010). Una rappresentazione negativa dei migranti e una gestione dell’accoglienza non lungimirante, possono produrre infatti situazioni di conflitto, più o meno accentuate, all'interno dei contesti locali, in particolare nei quartieri sensibili come le periferie delle città (Castel, 2004; Wacquant, 2006). Allo stesso tempo, il controllo organizzativo influenzato da problematiche di tipo tecnico, politico ed etico, si determina insieme alla discrezionalità individuale dei propri membri, definendo così il micro-processo politico dell’organizzazione. Tuttavia, le micro-decisionalità non hanno uno scopo strategico, ma vengono attuate allo scopo di districarsi dalle piccole problematiche quotidiane, che una volta risolte determinano la premessa per altre decisioni, generando in tal modo l’adozione di un registro di comportamenti e la creazione di nuovi confini rispetto a quelli già delineati (Gherardi, 1990). Questo caso studio − in una fase di ristrutturazione diretta a rendere lo SPRAR l’unico sistema d’accoglienza italiano e nonostante esso si sia già distinto sul territorio nazionale per la qualità dei suoi obiettivi e numerose best practices − appare ideale per far emergere le sue incoerenze al fine di sviluppare differenti misure preventive. La ricerca empirica adotta un approccio etnografico, sintetizzabile nelle seguenti fasi: 1- Analisi documentale (dati secondari forniti da istituti statistici nazionali ed europei; contenuto di documenti ufficiali). 2- Osservazione partecipante in: - una struttura SPRAR (20 posti di accoglienza estesi a 40 nella periferia sud-est di Roma, Municipio VII) – periodo osservazione: 16 gennaio 2017 - 20 gennaio 2018; - un appartamento SPRAR (14 posti per nuclei famigliari nella zona nord di Roma nel quartiere residenziale di Monte Sacro, Municipio III) – 5 giornate di osservazione a gennaio 2018; - 9 assemblee di operatori sociali che lavorano nella rete SPRAR romana e nei centri di accoglienza CARA, CAS del territorio nazionale; - una manifestazione politica di protesta contro l’apertura di un centro SPRAR nel Municipio XIII, periferia nord-ovest di Roma. 3- 41 interviste narrative focalizzate, di cui: - 18 operatori della rete SPRAR (RM); - 6 operatori e 17 richiedenti asilo e rifugiati del centro SPRAR osservato nel Municipio VII (RM). Così servirsi di una prospettiva organizzativa significa concentrarsi sulle decisioni prese dagli attori sociali di un’organizzazione, individuando le contraddizioni, le debolezze e i rischi all'interno degli stessi processi organizzativi. Una gestione del rischio positiva, infatti, conduce a una negoziazione e a una rivalutazione continua di significato che potrebbe causare altre ambiguità e/o rivelare nuovi obiettivi da pervenire (Weick, 2015). Riferimenti bibliografici Ambrosini Maurizio. 2011. Sociologia delle migrazioni. Bologna: Il Mulino. Battistelli Fabrizio. 2016. La sicurezza e la sua ombra. Terrorismo, panico e costruzione della minaccia. Roma: Donzelli. Bauman Zigmunt. 2012. Paura liquida. Bari-Roma: Laterza. Castel Robert. 2004. L’insicurezza sociale. Torino: Einaudi. Dal Lago Alessandro. 2012. Non persone. L’esclusione dei migranti in una società globale. Milano: Feltrinelli. Demos. 2017. “L’Europa Sospesa tra Inquietudine e Speranza. Il Decennio dell’Incertezza Globale”. X Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa. Galantino Maria Grazia. 2010. La società della sicurezza. La costruzione sociale della sicurezza in situazioni di emergenza. Milano: Franco Angeli. Quassoli Fabio e Carbonaro Adriana. 2013. “«Cattivi con i clandestini»: Controllo ed Esclusione dei Migranti nell’Italia Contemporanea.” Rassegna Italiana di Sociologia 54(3): 401-421. Wacquant Loïc. 2006. Parias urbains. Ghetto. Banlieues. Etat. Une sociologie comparée de la marginalité sociale. Paris: La Découverte. Weick E. Karl. 2015. “Ambiguity as Grasp: The Reworking of Sense”. Journal of Contingencies and Crisis Management 23(2): 118-123.

Risk analysis of the Protection System for Asylum Seekers and Refugees – SPRAR. A classification of risks for individuals, work organisation and security / GRIVET TALOCIA, Francesca. - (2018), pp. 1-13.

Risk analysis of the Protection System for Asylum Seekers and Refugees – SPRAR. A classification of risks for individuals, work organisation and security.

GRIVET TALOCIA, FRANCESCA
2018

Abstract

Analisi del rischio del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e Rifugiati - SPRAR. Una classificazione di rischi per le persone, lavoro organizzazione e sicurezza Francesca Grivet Talocia Dottoranda presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, Università degli studi di Roma, Sapienza. Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) è stato istituito dalla legge n.189/2002 ed è costituito dalla rete degli enti locali che accedono nei limiti delle risorse disponibili al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. È gestito dal Ministero dell’Interno e previsto dalla legge finanziaria dello Stato allo scopo di realizzare progetti territoriali di seconda accoglienza e di integrazione socio-economica per richiedenti asilo e rifugiati, nonché per i titolari di protezione sussidiaria e umanitaria . Tale contributo − attraverso l’analisi della gestione e della percezione del rischio degli operatori che lavorano nella rete SPRAR di Roma − intende evidenziare le contraddizioni e i punti di debolezza del sistema, mettendo in luce quale sia il suo impatto sulle persone accolte e sulla comunità locale, ma altresì sulle persone che lavorano al suo interno e su sé stesso. Infatti, l’aumento progressivo dell’arrivo di migranti sulle coste italiane e la necessaria esigenza di organizzarne l’accoglienza, ha generato nel dibattito pubblico l’associazione del tema migrazione con quello che riguarda la sicurezza (Ambrosini 2011; Dal Lago 2004; Quassoli, Carbonato, 2013). I cittadini guidati da una naturale paura psicosociale, nonché manipolati dai mass media e dal discorso politico che rappresenta il fenomeno della migrazione come una minaccia, sviluppano un crescente senso di insicurezza che spesso si è manifestato con violenza nei confronti delle persone straniere (Battistelli, 2016; Bauman, 2012; Castel, 2004; Demos, 2017; Galantino, 2010). Una rappresentazione negativa dei migranti e una gestione dell’accoglienza non lungimirante, possono produrre infatti situazioni di conflitto, più o meno accentuate, all'interno dei contesti locali, in particolare nei quartieri sensibili come le periferie delle città (Castel, 2004; Wacquant, 2006). Allo stesso tempo, il controllo organizzativo influenzato da problematiche di tipo tecnico, politico ed etico, si determina insieme alla discrezionalità individuale dei propri membri, definendo così il micro-processo politico dell’organizzazione. Tuttavia, le micro-decisionalità non hanno uno scopo strategico, ma vengono attuate allo scopo di districarsi dalle piccole problematiche quotidiane, che una volta risolte determinano la premessa per altre decisioni, generando in tal modo l’adozione di un registro di comportamenti e la creazione di nuovi confini rispetto a quelli già delineati (Gherardi, 1990). Questo caso studio − in una fase di ristrutturazione diretta a rendere lo SPRAR l’unico sistema d’accoglienza italiano e nonostante esso si sia già distinto sul territorio nazionale per la qualità dei suoi obiettivi e numerose best practices − appare ideale per far emergere le sue incoerenze al fine di sviluppare differenti misure preventive. La ricerca empirica adotta un approccio etnografico, sintetizzabile nelle seguenti fasi: 1- Analisi documentale (dati secondari forniti da istituti statistici nazionali ed europei; contenuto di documenti ufficiali). 2- Osservazione partecipante in: - una struttura SPRAR (20 posti di accoglienza estesi a 40 nella periferia sud-est di Roma, Municipio VII) – periodo osservazione: 16 gennaio 2017 - 20 gennaio 2018; - un appartamento SPRAR (14 posti per nuclei famigliari nella zona nord di Roma nel quartiere residenziale di Monte Sacro, Municipio III) – 5 giornate di osservazione a gennaio 2018; - 9 assemblee di operatori sociali che lavorano nella rete SPRAR romana e nei centri di accoglienza CARA, CAS del territorio nazionale; - una manifestazione politica di protesta contro l’apertura di un centro SPRAR nel Municipio XIII, periferia nord-ovest di Roma. 3- 41 interviste narrative focalizzate, di cui: - 18 operatori della rete SPRAR (RM); - 6 operatori e 17 richiedenti asilo e rifugiati del centro SPRAR osservato nel Municipio VII (RM). Così servirsi di una prospettiva organizzativa significa concentrarsi sulle decisioni prese dagli attori sociali di un’organizzazione, individuando le contraddizioni, le debolezze e i rischi all'interno degli stessi processi organizzativi. Una gestione del rischio positiva, infatti, conduce a una negoziazione e a una rivalutazione continua di significato che potrebbe causare altre ambiguità e/o rivelare nuovi obiettivi da pervenire (Weick, 2015). Riferimenti bibliografici Ambrosini Maurizio. 2011. Sociologia delle migrazioni. Bologna: Il Mulino. Battistelli Fabrizio. 2016. La sicurezza e la sua ombra. Terrorismo, panico e costruzione della minaccia. Roma: Donzelli. Bauman Zigmunt. 2012. Paura liquida. Bari-Roma: Laterza. Castel Robert. 2004. L’insicurezza sociale. Torino: Einaudi. Dal Lago Alessandro. 2012. Non persone. L’esclusione dei migranti in una società globale. Milano: Feltrinelli. Demos. 2017. “L’Europa Sospesa tra Inquietudine e Speranza. Il Decennio dell’Incertezza Globale”. X Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa. Galantino Maria Grazia. 2010. La società della sicurezza. La costruzione sociale della sicurezza in situazioni di emergenza. Milano: Franco Angeli. Quassoli Fabio e Carbonaro Adriana. 2013. “«Cattivi con i clandestini»: Controllo ed Esclusione dei Migranti nell’Italia Contemporanea.” Rassegna Italiana di Sociologia 54(3): 401-421. Wacquant Loïc. 2006. Parias urbains. Ghetto. Banlieues. Etat. Une sociologie comparée de la marginalité sociale. Paris: La Découverte. Weick E. Karl. 2015. “Ambiguity as Grasp: The Reworking of Sense”. Journal of Contingencies and Crisis Management 23(2): 118-123.
2018
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