Il capitolo è parte di uno studio più ampio, multidisciplinare, che si occupa degli degli elementi nodali della rivitalizzazione della città storica di San Gemini. La ricerca, fortemente voluta dall’amministrazione e molto sentita dall’università, mira a mettere in campo gli strumenti per riattivare la progettualità cittadina sulla parte più interna della città. Le prospettive di gestione compatibile del centro storico di San Gemini vanno oltre la sola, meritevole ma utopica, conservazione dello status quo e si confrontano con le necessità di un abitare “attivo” e “presente”. Si entra, pur se non si è nell’abbandono diffuso, nell’ambito del recupero, ed è opportuno quindi integrare i diversi contributi disciplinari progettuali e urbanistici con la verifica dei contenuti edilizi del recupero che emergono da tali considerazioni. In effetti l’abitato di San Gemini testimonia una notevole attenzione alla manutenzione del costruito storico da parte dei privati e delle amministrazioni. Sono rare eccezioni gli edifici abbandonati, ma son frequenti le unità immobiliari, che, pur mantenute, non sono utilizzate con continuità. È possibile dividere l’abitato storico in due comparti coerenti che si ritrovano negli elaborati di studio presentati nelle figure: un primo collocato ad una quota più alta e costituito dal nucleo più antico, il secondo che va da Porta Burgi a Porta Romana e che costituisce la prima espansione al di fuori dalle mura medievali. In entrambi i comparti vi è una consistente presenza di beni pubblici per i quali, insieme a cittadini e amministrazione, cogliamo la necessità di un miglioramento del loro uso, in particolare per i due conventi di San Francesco e Santa Maria Maddalena. Nel comparto più interno la manutenzione e la gestione delle abitazioni sono attivate sempre meno da una presenza stabile, che ne tragga il soddisfacimento all’esigenza di residenza. La cura prosegue poiché sono ancora vivi i legami e presenti i ricordi di chi vi ha abitato o vi è nato. Ma è un fenomeno destinato, col passaggio generazionale e con la crisi economica, ad essere fortemente minato, se non si innescano forme di vitalità economica che vadano oltre la apprezzabile presenza turistica. Il capitolo perciò coglie l’occasione del caso di San Gemini per affrontare più in generale le metodologie aggiornate per l’intervento edilizio ed è organizzato come segue: 1. Il patrimonio edilizio storico 2. Il recupero edilizio tra globale e locale 3. La gestione edilizia della città storica 4. Attuali indirizzi di ricerca 5. Stime di Vulnerabilità e riduzione del rischio sismico 5.1. Indirizzi di approfondimento tra evoluzione urbana e rilievo costruttivo 6. L’edilizia storica di San Gemini 6.1. Murature e paramenti 6.2. Orizzontamenti 6.3. Presidi storici antismici 6.4. Modifiche recenti e soluzioni improprie 7. Indirizzi per la gestione dellla manutenzione e della prevenzione 7.1. Individuazione delle unità minime di intervento 7.2. Priorità di intervento conseguenti alla SUM e alle valutazioni di vulnerabilità 7.3. Linee guida per gli interventi 8. Conclusioni

Lettura del patrimonio edilizio storico. Paradigmi di gestione / Currà, Edoardo. - (2018), pp. 97-109. - DIAP PRINT.

Lettura del patrimonio edilizio storico. Paradigmi di gestione

Currà Edoardo
Primo
2018

Abstract

Il capitolo è parte di uno studio più ampio, multidisciplinare, che si occupa degli degli elementi nodali della rivitalizzazione della città storica di San Gemini. La ricerca, fortemente voluta dall’amministrazione e molto sentita dall’università, mira a mettere in campo gli strumenti per riattivare la progettualità cittadina sulla parte più interna della città. Le prospettive di gestione compatibile del centro storico di San Gemini vanno oltre la sola, meritevole ma utopica, conservazione dello status quo e si confrontano con le necessità di un abitare “attivo” e “presente”. Si entra, pur se non si è nell’abbandono diffuso, nell’ambito del recupero, ed è opportuno quindi integrare i diversi contributi disciplinari progettuali e urbanistici con la verifica dei contenuti edilizi del recupero che emergono da tali considerazioni. In effetti l’abitato di San Gemini testimonia una notevole attenzione alla manutenzione del costruito storico da parte dei privati e delle amministrazioni. Sono rare eccezioni gli edifici abbandonati, ma son frequenti le unità immobiliari, che, pur mantenute, non sono utilizzate con continuità. È possibile dividere l’abitato storico in due comparti coerenti che si ritrovano negli elaborati di studio presentati nelle figure: un primo collocato ad una quota più alta e costituito dal nucleo più antico, il secondo che va da Porta Burgi a Porta Romana e che costituisce la prima espansione al di fuori dalle mura medievali. In entrambi i comparti vi è una consistente presenza di beni pubblici per i quali, insieme a cittadini e amministrazione, cogliamo la necessità di un miglioramento del loro uso, in particolare per i due conventi di San Francesco e Santa Maria Maddalena. Nel comparto più interno la manutenzione e la gestione delle abitazioni sono attivate sempre meno da una presenza stabile, che ne tragga il soddisfacimento all’esigenza di residenza. La cura prosegue poiché sono ancora vivi i legami e presenti i ricordi di chi vi ha abitato o vi è nato. Ma è un fenomeno destinato, col passaggio generazionale e con la crisi economica, ad essere fortemente minato, se non si innescano forme di vitalità economica che vadano oltre la apprezzabile presenza turistica. Il capitolo perciò coglie l’occasione del caso di San Gemini per affrontare più in generale le metodologie aggiornate per l’intervento edilizio ed è organizzato come segue: 1. Il patrimonio edilizio storico 2. Il recupero edilizio tra globale e locale 3. La gestione edilizia della città storica 4. Attuali indirizzi di ricerca 5. Stime di Vulnerabilità e riduzione del rischio sismico 5.1. Indirizzi di approfondimento tra evoluzione urbana e rilievo costruttivo 6. L’edilizia storica di San Gemini 6.1. Murature e paramenti 6.2. Orizzontamenti 6.3. Presidi storici antismici 6.4. Modifiche recenti e soluzioni improprie 7. Indirizzi per la gestione dellla manutenzione e della prevenzione 7.1. Individuazione delle unità minime di intervento 7.2. Priorità di intervento conseguenti alla SUM e alle valutazioni di vulnerabilità 7.3. Linee guida per gli interventi 8. Conclusioni
2018
Progettare i piccoli centri. Studi e ricerche per la rigenerazione del paesaggio storico di San Gemini
9788822902016
città storica; tessuto edilizio; architettura vernacolare; vulnerabilità sismica
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Lettura del patrimonio edilizio storico. Paradigmi di gestione / Currà, Edoardo. - (2018), pp. 97-109. - DIAP PRINT.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1184549
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