Il Mediterraneo non è un concetto definibile all’interno di confini geografici, architettonici o sociali. E’ piuttosto un sentire comune che caratterizza il vivere in una determinata - o meglio indeterminata - area. Progettare in accordo con questo sentire comune è una predisposizione naturale che genera uno specifico approccio architettonico. L’ oggetto della ricerca è il campo teorico che indaga in che modo la cultura architettonica europea si mette in relazione con la cultura mediterranea. L’indagine si avvale dell’interpretazione progettuale che, architetti non appartenenti alla cultura mediterranea, danno del Mediterraneo. Si tratta di una dimostrazione per assurdo che va a ricercare un agente tracciante esaminando esperienze di qualcuno che ha dovuto elaborare un concetto che per noi è familiare. Essi hanno avvertito la necessità di porsi una domanda: “Che cosa è il Mediterraneo?” A tale fine sono stati chiamati in causa architetti appartenenti per nascita e formazione all’area Mitteleuropea e Nord-europea. L’indigene è strutturata intorno a una selezione di architetti. La ricerca stabilisce l’esistenza dell’interesse - verificato da materiali, disegni, fotografie e scritti - verso la cultura mediterranea. La trasformazione di questo interesse in intenzioni progettuali - intese come trasferimento di dati dalla dimensione teorica a quella pratica del corpo fisico dell’edificio - è il nodo critico messo sotto esame. L’argomento è cosa complessa e sfaccettata, disponibile ad alimentare, ricevere e generare tutta una serie di pensieri ed elaborazioni. Sulla questione esistono diversi equivoci che rendono la narrazione interessante e coinvolgente. Sono proprio questi equivoci a restituirci un’idea di Mediterraneo: l’equivoco del bianco ha generato lunghe mitizzazioni sulle quali si è favoleggiato; il mito del buon selvaggio, il mito del ritorno al Classico e infine il merchandising che, attraverso l’architettura turistica, crea l’invenzione di un’idea di Mediterraneo anche a scopi commerciali. Dunque è come se, proprio lì dove questo Mediterraneo continua a sfuggirci, ce ne fossimo fatti un’idea vaga. Tutte queste manifestazioni che abbiamo evidenziato concorrono a formare questo poliedro sfaccettato, inafferrabile e ricco di riflessi e abbagli tanto che ci si domanda se sia mai esistito o se sia un prodotto solo dell’immaginazione dei viaggiatori, degli architetti e dei poeti. La chiave di lettura dell’argomento è identificabile nel momento dell’incontro tra l’uomo e lo spazio costruito. Questa situazione specifica, definibile come l’esperienza dell’architettura, prende in esame i “viaggi al Sud” di una serie di architetti del Centro e Nord Europa diversi per generazione, formazione e provenienza geografica. Si cerca di individuare, nella loro opera, la tracciabilità dell’esperienza diretta dei luoghi e delle architetture del Mediterraneo L’auspicio è che sovrapponendo e confrontando questi sguardi da Nord sia possibile circoscrivere alcuni aspetti che determinano gli elementi di progetto, le abitudini e le atmosfere dell’area sotto esame. A ben vedere, la risposta è già presente nelle architetture che sono state selezionate. Attraverso la modalità operativa di analisi critica dei progetti e delle storie personali di alcuni architetti, sono state fornite delle risposte precise alla tematica già all’interno della trattazione. La risposta all’ipotesi si dimostra quindi fondata, a patto che sia sempre rintracciabile un’esperienza come fonte conoscitiva dell’architettura. Il Mediterraneo, quindi, non è un semplice strumento del progetto ma prende il ruolo di innesco. Esso è una spinta a guardare, attraversare e registrare esperienze. La dimensione esperienziale è il dato che scioglie il nodo critico della questione. Gli architetti presi in esame registrano situazioni ambientali esercitando uno sguardo. L’oggetto di questo sguardo sono caratteri, modalità di azioni e atmosfere da sottoporre a una rilettura.

Sguardi da Nord. Il Mediterraneo attraverso gli occhi degli architetti tra Centro e Nord Europa / DI LORETO, Lelio. - (2018 Feb 22).

Sguardi da Nord. Il Mediterraneo attraverso gli occhi degli architetti tra Centro e Nord Europa

DI LORETO, LELIO
22/02/2018

Abstract

Il Mediterraneo non è un concetto definibile all’interno di confini geografici, architettonici o sociali. E’ piuttosto un sentire comune che caratterizza il vivere in una determinata - o meglio indeterminata - area. Progettare in accordo con questo sentire comune è una predisposizione naturale che genera uno specifico approccio architettonico. L’ oggetto della ricerca è il campo teorico che indaga in che modo la cultura architettonica europea si mette in relazione con la cultura mediterranea. L’indagine si avvale dell’interpretazione progettuale che, architetti non appartenenti alla cultura mediterranea, danno del Mediterraneo. Si tratta di una dimostrazione per assurdo che va a ricercare un agente tracciante esaminando esperienze di qualcuno che ha dovuto elaborare un concetto che per noi è familiare. Essi hanno avvertito la necessità di porsi una domanda: “Che cosa è il Mediterraneo?” A tale fine sono stati chiamati in causa architetti appartenenti per nascita e formazione all’area Mitteleuropea e Nord-europea. L’indigene è strutturata intorno a una selezione di architetti. La ricerca stabilisce l’esistenza dell’interesse - verificato da materiali, disegni, fotografie e scritti - verso la cultura mediterranea. La trasformazione di questo interesse in intenzioni progettuali - intese come trasferimento di dati dalla dimensione teorica a quella pratica del corpo fisico dell’edificio - è il nodo critico messo sotto esame. L’argomento è cosa complessa e sfaccettata, disponibile ad alimentare, ricevere e generare tutta una serie di pensieri ed elaborazioni. Sulla questione esistono diversi equivoci che rendono la narrazione interessante e coinvolgente. Sono proprio questi equivoci a restituirci un’idea di Mediterraneo: l’equivoco del bianco ha generato lunghe mitizzazioni sulle quali si è favoleggiato; il mito del buon selvaggio, il mito del ritorno al Classico e infine il merchandising che, attraverso l’architettura turistica, crea l’invenzione di un’idea di Mediterraneo anche a scopi commerciali. Dunque è come se, proprio lì dove questo Mediterraneo continua a sfuggirci, ce ne fossimo fatti un’idea vaga. Tutte queste manifestazioni che abbiamo evidenziato concorrono a formare questo poliedro sfaccettato, inafferrabile e ricco di riflessi e abbagli tanto che ci si domanda se sia mai esistito o se sia un prodotto solo dell’immaginazione dei viaggiatori, degli architetti e dei poeti. La chiave di lettura dell’argomento è identificabile nel momento dell’incontro tra l’uomo e lo spazio costruito. Questa situazione specifica, definibile come l’esperienza dell’architettura, prende in esame i “viaggi al Sud” di una serie di architetti del Centro e Nord Europa diversi per generazione, formazione e provenienza geografica. Si cerca di individuare, nella loro opera, la tracciabilità dell’esperienza diretta dei luoghi e delle architetture del Mediterraneo L’auspicio è che sovrapponendo e confrontando questi sguardi da Nord sia possibile circoscrivere alcuni aspetti che determinano gli elementi di progetto, le abitudini e le atmosfere dell’area sotto esame. A ben vedere, la risposta è già presente nelle architetture che sono state selezionate. Attraverso la modalità operativa di analisi critica dei progetti e delle storie personali di alcuni architetti, sono state fornite delle risposte precise alla tematica già all’interno della trattazione. La risposta all’ipotesi si dimostra quindi fondata, a patto che sia sempre rintracciabile un’esperienza come fonte conoscitiva dell’architettura. Il Mediterraneo, quindi, non è un semplice strumento del progetto ma prende il ruolo di innesco. Esso è una spinta a guardare, attraversare e registrare esperienze. La dimensione esperienziale è il dato che scioglie il nodo critico della questione. Gli architetti presi in esame registrano situazioni ambientali esercitando uno sguardo. L’oggetto di questo sguardo sono caratteri, modalità di azioni e atmosfere da sottoporre a una rilettura.
22-feb-2018
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Tesi dottoato di Loreto

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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1080457
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