The use of nature, naturalness and “green idolatry” seems to act as reassuring, homologating constant in the media, in our social and individual behavior, and in discussions about the crisis of the city and our contemporary habitat. When the ecology is used in urban planning and even in architectural design it appears to be the medium we exploit to try and understand events that traditional tools find hard to decipher. “Landscape” contains interpretative ambiguities: it is easy to slip from landscape to the environment and its dissolution in debates on sustainability ultimately neutralizes its force. Nevertheless, for decades landscape architects have increasingly introduced several topics that have gradually become key issues, radically innovating methods and strategies and preferring principles such as adaptability and temporality as an alternative to finished projects “written in stone”. Likewise, new ecological paradigms have emerged, introducing the principle of “imbalance” and calling into doubt previous concepts that consider ecosystems – in mature – as being balanced and with a linear, predictable development. In short, the concept of disorder has been established; no longer caused by the interference of external factors, but as part of the internal, dynamic and evolutive nature of ecosystems. The landscape approach reveals its affinity for working on imperfect and unfinished systems. It stimulates the search for possible new statutes combining the natural and artificial; these statutes should be based on programmes integrating figurative quality, social contents and ecological performance. It promotes reversible, evolutive approaches that have taught us how to create plural landscapes with a mix of different features and morphologies. In the immediate area surrounding Geneva the Revitalisation of the river Aire was an opportunity for Georges Descombes to experiment with the renaturation of a landscape.

Nei comportamenti sociali ed individuali, nella divulgazione mediatica, nei discorsi sulla crisi della città e dell’habitat contemporaneo il ricorso alla natura, alla naturalità e la “verdolatria” sembrano essere una costante rassicurante quanto omologante. Il ricorso all’ecologia da parte della pianificazione urbanistica e persino della progettazione architettonica sembra essere ormai la via per tentare la comprensione di fenomeni che una strumentazione tradizionale fatica a decifrare. “Paesaggio” è una parola chiave, ma anch’essa contiene delle ambiguità interpretative: il facile slittamento da questo all’ambiente e il suo dissolvimento nei discorsi sulla sostenibilità finiscono per neutralizzarne la forza. Ciò nonostante il lavoro dei paesaggisti, da decenni e con intensità crescente, ha introdotto alcuni temi che via via hanno assunto un carattere di centralità; innovando profondamente metodi e strategie d’azione, privilegiando principi quali l’adattabilità, la temporalità in alternativa a progetti definitivi e conclusi. Così come si sono affermati nuovi paradigmi ecologici che hanno introdotto il principio del “non equilibrio” mettendo in discussione precedenti concezioni che considerano gli ecosistemi – allo stato di natura – in equilibrio e dallo sviluppo lineare e prevedibile. E’ stato introdotto cioè il concetto di disordine, non più provocato dall’azione di disturbo di fattori esterni, ma appartenente alla natura interna dinamica ed evolutiva degli ecosistemi stessi. l’approccio paesaggistico rivela una propria attitudine a lavorare su sistemi imperfetti ed incompiuti. Stimola la ricerca di nuovi statuti possibili tra naturale ed artificiale, da costruire sulla base di programmi che integrano qualità figurativa, contenuti sociali e funzionamenti ecologici. Promuove approcci reversibili ed evolutivi dal cui sviluppo abbiamo imparato a costruire paesaggi plurali caratterizzati dalla mescola di caratteri e morfologie diversi. Nell’immediato circondario di Ginevra la “Rivitalizzazione del fiume Aire” è stata l’occasione per Georges Descombes di sperimentare l’artificio della “naturazione” di un paesaggio.

Georges Descombes progettare la naturalità / Celestini, Gianni. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - STAMPA. - 41:anno XVI 2017(2017), pp. 36-39.

Georges Descombes progettare la naturalità

Gianni Celestini
2017

Abstract

The use of nature, naturalness and “green idolatry” seems to act as reassuring, homologating constant in the media, in our social and individual behavior, and in discussions about the crisis of the city and our contemporary habitat. When the ecology is used in urban planning and even in architectural design it appears to be the medium we exploit to try and understand events that traditional tools find hard to decipher. “Landscape” contains interpretative ambiguities: it is easy to slip from landscape to the environment and its dissolution in debates on sustainability ultimately neutralizes its force. Nevertheless, for decades landscape architects have increasingly introduced several topics that have gradually become key issues, radically innovating methods and strategies and preferring principles such as adaptability and temporality as an alternative to finished projects “written in stone”. Likewise, new ecological paradigms have emerged, introducing the principle of “imbalance” and calling into doubt previous concepts that consider ecosystems – in mature – as being balanced and with a linear, predictable development. In short, the concept of disorder has been established; no longer caused by the interference of external factors, but as part of the internal, dynamic and evolutive nature of ecosystems. The landscape approach reveals its affinity for working on imperfect and unfinished systems. It stimulates the search for possible new statutes combining the natural and artificial; these statutes should be based on programmes integrating figurative quality, social contents and ecological performance. It promotes reversible, evolutive approaches that have taught us how to create plural landscapes with a mix of different features and morphologies. In the immediate area surrounding Geneva the Revitalisation of the river Aire was an opportunity for Georges Descombes to experiment with the renaturation of a landscape.
2017
Nei comportamenti sociali ed individuali, nella divulgazione mediatica, nei discorsi sulla crisi della città e dell’habitat contemporaneo il ricorso alla natura, alla naturalità e la “verdolatria” sembrano essere una costante rassicurante quanto omologante. Il ricorso all’ecologia da parte della pianificazione urbanistica e persino della progettazione architettonica sembra essere ormai la via per tentare la comprensione di fenomeni che una strumentazione tradizionale fatica a decifrare. “Paesaggio” è una parola chiave, ma anch’essa contiene delle ambiguità interpretative: il facile slittamento da questo all’ambiente e il suo dissolvimento nei discorsi sulla sostenibilità finiscono per neutralizzarne la forza. Ciò nonostante il lavoro dei paesaggisti, da decenni e con intensità crescente, ha introdotto alcuni temi che via via hanno assunto un carattere di centralità; innovando profondamente metodi e strategie d’azione, privilegiando principi quali l’adattabilità, la temporalità in alternativa a progetti definitivi e conclusi. Così come si sono affermati nuovi paradigmi ecologici che hanno introdotto il principio del “non equilibrio” mettendo in discussione precedenti concezioni che considerano gli ecosistemi – allo stato di natura – in equilibrio e dallo sviluppo lineare e prevedibile. E’ stato introdotto cioè il concetto di disordine, non più provocato dall’azione di disturbo di fattori esterni, ma appartenente alla natura interna dinamica ed evolutiva degli ecosistemi stessi. l’approccio paesaggistico rivela una propria attitudine a lavorare su sistemi imperfetti ed incompiuti. Stimola la ricerca di nuovi statuti possibili tra naturale ed artificiale, da costruire sulla base di programmi che integrano qualità figurativa, contenuti sociali e funzionamenti ecologici. Promuove approcci reversibili ed evolutivi dal cui sviluppo abbiamo imparato a costruire paesaggi plurali caratterizzati dalla mescola di caratteri e morfologie diversi. Nell’immediato circondario di Ginevra la “Rivitalizzazione del fiume Aire” è stata l’occasione per Georges Descombes di sperimentare l’artificio della “naturazione” di un paesaggio.
paesaggio; natura; progetto
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Georges Descombes progettare la naturalità / Celestini, Gianni. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - STAMPA. - 41:anno XVI 2017(2017), pp. 36-39.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1029024
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