The signs that history has left on our monuments have much to tell, even if we sometimes cannot read them. A profound study is the only tool able to let us understand the responsibility and the consequences of our choices. Too often however, as a matter of fact, the so called deep knowledge that anyone considers essential for a correct intervention on our cultural heritage looks like a constrained step, but an almost fruitless or unnecessary burden. It is therefore required a mutual understanding about the purpose of this knowledge and the ways it can and must indicate to the legitimate needs and aspirations of our contemporary world. The restoration should in fact be able to drive the past into the present and the future, without erasing or modifying the “memories” that a pre-existent work can still transfer, but at the same time without betraying the spirit of our times and of the architecture. Palazzo Vernazza case-study provides the hint for some thoughts concerning the role of knowledge and its ability to let the past talk with the present.

I segni che la storia ha lasciato sui nostri monumenti hanno molto da raccontare, anche se noi a volte non riusciamo a comprenderli. Lo studio approfondito è l'unico strumento in grado di farci riflettere sulla responsabilità e sulle conseguenze delle nostre scelte. Troppo spesso, tuttavia, la cosiddetta conoscenza profonda, che tutti sembrano considerare imprescindibile per un corretto intervento sul nostro patrimonio culturale, appare, nei fatti, una fase obbligata ma per lo più sterile, quando non un inutile fardello. È quindi necessario intendersi sulle finalità di questa conoscenza e sulle strade che questa può e deve necessariamente indicare alle legittime esigenze e aspirazioni della contemporaneità. L’intervento di restauro dovrebbe infatti saper accompagnare il passato dentro il presente e verso il futuro, senza cancellare o modificare le "memorie" che la preesistenza è ancora in grado di trasmettere, ma anche senza tradire lo spirito del nostro tempo e quello dell’architettura. Il caso di palazzo Vernazza fornisce lo spunto per alcune riflessioni sul ruolo della conoscenza e sulla sua capacità di far dialogare il passato con il presente.

Il nuovo per l'antico. Progettare il presente rispettando il passato / Docci, Marina. - STAMPA. - (2017), pp. 273-284.

Il nuovo per l'antico. Progettare il presente rispettando il passato

Docci, Marina
2017

Abstract

The signs that history has left on our monuments have much to tell, even if we sometimes cannot read them. A profound study is the only tool able to let us understand the responsibility and the consequences of our choices. Too often however, as a matter of fact, the so called deep knowledge that anyone considers essential for a correct intervention on our cultural heritage looks like a constrained step, but an almost fruitless or unnecessary burden. It is therefore required a mutual understanding about the purpose of this knowledge and the ways it can and must indicate to the legitimate needs and aspirations of our contemporary world. The restoration should in fact be able to drive the past into the present and the future, without erasing or modifying the “memories” that a pre-existent work can still transfer, but at the same time without betraying the spirit of our times and of the architecture. Palazzo Vernazza case-study provides the hint for some thoughts concerning the role of knowledge and its ability to let the past talk with the present.
2017
Rilievo, Progetto, Riuso
978-88-916-2483-3
I segni che la storia ha lasciato sui nostri monumenti hanno molto da raccontare, anche se noi a volte non riusciamo a comprenderli. Lo studio approfondito è l'unico strumento in grado di farci riflettere sulla responsabilità e sulle conseguenze delle nostre scelte. Troppo spesso, tuttavia, la cosiddetta conoscenza profonda, che tutti sembrano considerare imprescindibile per un corretto intervento sul nostro patrimonio culturale, appare, nei fatti, una fase obbligata ma per lo più sterile, quando non un inutile fardello. È quindi necessario intendersi sulle finalità di questa conoscenza e sulle strade che questa può e deve necessariamente indicare alle legittime esigenze e aspirazioni della contemporaneità. L’intervento di restauro dovrebbe infatti saper accompagnare il passato dentro il presente e verso il futuro, senza cancellare o modificare le "memorie" che la preesistenza è ancora in grado di trasmettere, ma anche senza tradire lo spirito del nostro tempo e quello dell’architettura. Il caso di palazzo Vernazza fornisce lo spunto per alcune riflessioni sul ruolo della conoscenza e sulla sua capacità di far dialogare il passato con il presente.
riuso; rilievo; progetto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il nuovo per l'antico. Progettare il presente rispettando il passato / Docci, Marina. - STAMPA. - (2017), pp. 273-284.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Docci_Nuovo-per-antico_2017.pdf

solo gestori archivio

Note: Articolo principale
Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 544.41 kB
Formato Adobe PDF
544.41 kB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1019247
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact