[…] et puis il y a de la vie partout! Come si elle avait attendu le départ des vacanciérs. Les oiseaux ne font pas attention à moi. Je dois leur paraitre insignificante […] Una delle prime affermazioni di Louise, protagonista dell'ultimo capolavoro d'animazione di Jean-Francois Laguionie, custodisce e, insieme, dischiude delicatamente i due temi su cui è costruita l'intera storia: la morte e la solitudine sorrette da un'incredibile leggerezza prospettica. Laguionie offre al pubblico il primo paradosso: la vita ha atteso l'assenza (in senso metaforico la morte) per sopraggiungere oppure, in toni volutamente chimerici: la vita sembra aver bisogno della morte per adempiere alla sua intrinseca e primaria funzione. Il regista francese, classe 1939, è autore di ben dodici opere d'animazione tra cortometraggi e lungometraggi ed esordisce nel 1965 con La demoiselle et le violoncelliste conquistando immediatamente il favore della critica francese e la giuria di Cannes che decise, quell'anno, di premiarlo. Ingiustamente sconosciuto al nostro panorama culturale, quando si dice “meglio tardi che mai”, appena due mesi fa il suo ultimo film varca le Alpi per la prima volta onde essere accolto nelle sale italiane: il lungometraggio Louise en hiver (titolo italiano: Le stagioni di Louise) definito dallo stesso artista, ormai settantasettenne: […] senza dubbio, il film più intimo che io abbia mai realizzato.

Le stagioni di Louise: la leggerezza della morte e la laica rinascita / Bruni, Giorgia. - In: DIARI DI CINECLUB. - ISSN 2421-6739. - ELETTRONICO. - (2017).

Le stagioni di Louise: la leggerezza della morte e la laica rinascita

Giorgia Bruni
2017

Abstract

[…] et puis il y a de la vie partout! Come si elle avait attendu le départ des vacanciérs. Les oiseaux ne font pas attention à moi. Je dois leur paraitre insignificante […] Una delle prime affermazioni di Louise, protagonista dell'ultimo capolavoro d'animazione di Jean-Francois Laguionie, custodisce e, insieme, dischiude delicatamente i due temi su cui è costruita l'intera storia: la morte e la solitudine sorrette da un'incredibile leggerezza prospettica. Laguionie offre al pubblico il primo paradosso: la vita ha atteso l'assenza (in senso metaforico la morte) per sopraggiungere oppure, in toni volutamente chimerici: la vita sembra aver bisogno della morte per adempiere alla sua intrinseca e primaria funzione. Il regista francese, classe 1939, è autore di ben dodici opere d'animazione tra cortometraggi e lungometraggi ed esordisce nel 1965 con La demoiselle et le violoncelliste conquistando immediatamente il favore della critica francese e la giuria di Cannes che decise, quell'anno, di premiarlo. Ingiustamente sconosciuto al nostro panorama culturale, quando si dice “meglio tardi che mai”, appena due mesi fa il suo ultimo film varca le Alpi per la prima volta onde essere accolto nelle sale italiane: il lungometraggio Louise en hiver (titolo italiano: Le stagioni di Louise) definito dallo stesso artista, ormai settantasettenne: […] senza dubbio, il film più intimo che io abbia mai realizzato.
2017
Le stagioni di Louise; Jean-Francois Laguionie; cinema francese
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Le stagioni di Louise: la leggerezza della morte e la laica rinascita / Bruni, Giorgia. - In: DIARI DI CINECLUB. - ISSN 2421-6739. - ELETTRONICO. - (2017).
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