Oggetto di questo studio è l’analisi del ruolo dello spazio nei romanzi appalachiani di Cormac McCarthy. Attraverso una geografia ibrida, tanto realistica quanto espressionistica, l’autore evoca lo spazio mitico per eccellenza del sud statunitense: il giardino prelapsario delle rappresentazioni pastorali. Critici come Jay Ellis e Georg Guillemin hanno individuato la predominanza del setting sui personaggi e le trame dei romanzi di McCarthy, aprendo la via a una lettura di tipo geocritico/ geopoetico, essendo la rappresentazione dello spazio il luogo testuale ove indubbiamente la poetica dell’autore si realizza appieno. In virtù del suo ibridismo, la geografia di McCarthy è una matrice, un terzospazio fluido che, se di frequente risponde ai canoni della pastorale, più spesso mostra quello che Lewis P. Simpson ha definito come il suo opposto estetico e simbolico: il gotico. Il genere pastorale è tipicamente espressione di un ordine divino e, nel caso del Sud, di uno sguardo retrospettivo e malinconico che interpreta il presente sul modello di un passato idealizzato. Lo spazio gotico (nella definizione di Ruth D. Weston), al contrario, è irrazionale, caotico e imprevedibile. Se la critica ha generalmente posizionato l’autore in osservanza o trasgressione delle strutture mitiche tradizionali, è mia opinione che un approccio efficace debba contemplare una compresenza di questi paradigmi. L’opera di McCarthy è dedicata agli uomini nello spazio, ed è caratterizzata da un’erraticità di fondo che è un continuo tentativo di orientamento ideologico. Il vagabondaggio continuo dei personaggi diviene espressione di un’alienazione dal territorio che, storicamente, è stato per il Sud luogo di definizione identitaria e culturale, racchiusa nel concetto ubiquo e sfuggente di sense of place. La pastorale come mito e mappa, e il gotico come anti-mito e labirinto, forniscono dunque gli strumenti ermeneutici fondamentali per comprendere la dialettica tra spazio e personaggi in McCarthy, e, di conseguenza, l’evoluzione del tradizionale sense of place nella narrativa del Sud contemporaneo.

A southern mode of the imagination: spazio e mito nella narrativa di Cormac McCarthy / Petrelli, Marco. - (2017 Feb 06).

A southern mode of the imagination: spazio e mito nella narrativa di Cormac McCarthy

PETRELLI, MARCO
06/02/2017

Abstract

Oggetto di questo studio è l’analisi del ruolo dello spazio nei romanzi appalachiani di Cormac McCarthy. Attraverso una geografia ibrida, tanto realistica quanto espressionistica, l’autore evoca lo spazio mitico per eccellenza del sud statunitense: il giardino prelapsario delle rappresentazioni pastorali. Critici come Jay Ellis e Georg Guillemin hanno individuato la predominanza del setting sui personaggi e le trame dei romanzi di McCarthy, aprendo la via a una lettura di tipo geocritico/ geopoetico, essendo la rappresentazione dello spazio il luogo testuale ove indubbiamente la poetica dell’autore si realizza appieno. In virtù del suo ibridismo, la geografia di McCarthy è una matrice, un terzospazio fluido che, se di frequente risponde ai canoni della pastorale, più spesso mostra quello che Lewis P. Simpson ha definito come il suo opposto estetico e simbolico: il gotico. Il genere pastorale è tipicamente espressione di un ordine divino e, nel caso del Sud, di uno sguardo retrospettivo e malinconico che interpreta il presente sul modello di un passato idealizzato. Lo spazio gotico (nella definizione di Ruth D. Weston), al contrario, è irrazionale, caotico e imprevedibile. Se la critica ha generalmente posizionato l’autore in osservanza o trasgressione delle strutture mitiche tradizionali, è mia opinione che un approccio efficace debba contemplare una compresenza di questi paradigmi. L’opera di McCarthy è dedicata agli uomini nello spazio, ed è caratterizzata da un’erraticità di fondo che è un continuo tentativo di orientamento ideologico. Il vagabondaggio continuo dei personaggi diviene espressione di un’alienazione dal territorio che, storicamente, è stato per il Sud luogo di definizione identitaria e culturale, racchiusa nel concetto ubiquo e sfuggente di sense of place. La pastorale come mito e mappa, e il gotico come anti-mito e labirinto, forniscono dunque gli strumenti ermeneutici fondamentali per comprendere la dialettica tra spazio e personaggi in McCarthy, e, di conseguenza, l’evoluzione del tradizionale sense of place nella narrativa del Sud contemporaneo.
6-feb-2017
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Tesi dottorato Petrelli

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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1012415
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